Occupy Maracanã. In Brasile vogliono abbattere il Museo degli Indios per far posto a un centro commerciale e a un parcheggio per il mitico stadio di Rio: e loro resistono, difendendosi con arco e frecce
Il gruppo degli occupanti si dichiara pronto a resistere ad oltranza alla polizia militare, che li fronteggia da giorni, con arco e frecce, e racconta una storia di struggente bellezza: Maracanã è un uccello di quella regione che ancora va a mangiare il frutto di alcuni alberi che rimangono miracolosamente in piedi al centro della […]
Il gruppo degli occupanti si dichiara pronto a resistere ad oltranza alla polizia militare, che li fronteggia da giorni, con arco e frecce, e racconta una storia di struggente bellezza: Maracanã è un uccello di quella regione che ancora va a mangiare il frutto di alcuni alberi che rimangono miracolosamente in piedi al centro della città. L’uccello è sopravvissuto alla civiltà, ma la tribù Maracanã che ha vissuto in questo territorio (da cui il nome dello stadio) è già estinta. Per questo, dicono, “vogliamo che attraverso il museo si tutelino le nostre radici e vorremmo che diventasse uno spazio sacro indigeno“.
La città è Rio de Janeiro, e a raccontare la storia è un gruppo di indigeni brasiliani, che ha messo in scena la versione latinoamericana dei tanti “occupy” diffusisi in tutto il mondo: obbiettivo, difendere il Museo degli Indios, minacciato di abbattimento. Ospitato dal 1953 in un edificio costruito 147 anni, il museo – creato dall’antropologo Darcy Ribeiro – è oggi abbandonato e in avanzato stato di degrado: l’edificio fu occupato nel 2006 da alcuni indios di diversa etnia, come “simbolo di resistenza culturale”. Solo in Brasile ci sono 305 gruppi indigeni con 186 lingue diverse, ma il tema della tutela delle etnie “originarie” è caro a tutta l’America, da sud a nord.
Ora una versione, ancora non confermata, sostiene che al posto del museo si vorrebbero costruire un centro commerciale e un parcheggio per auto, adiacente allo stadio dedicato al giornalista Mário Filho ma meglio conosciuto con il nome di Maracanã, dove si giocherà nel 2014, per la seconda volta nella storia, una finale di Campionato del Mondo di Calcio. Il governatore di Rio de Janeiro, Sergio Cabral, attribuisce alla FIFA la necessità di demolire il museo ma la federazione nega.
– Mercedes Auteri
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