Rem Koolhaas direttore della Biennale Architettura 2014, che anticipa le date a giugno. Dopo Gioni all’arte, in tempi record Baratta mette ancora la persona giusta al posto giusto
A poco più di un mese dalla chiusura della tredicesima Biennale di Venezia di Architettura, curata da David Chipperfield, arriva già – con tempi piacevolmente rapidi! – il nome del futuro curatore della kermesse nel 2014, che anticiperà le proprie date a giugno, come già accaduto con la direzione Fuksas del 2000. È Rem Koolhaas, […]
A poco più di un mese dalla chiusura della tredicesima Biennale di Venezia di Architettura, curata da David Chipperfield, arriva già – con tempi piacevolmente rapidi! – il nome del futuro curatore della kermesse nel 2014, che anticiperà le proprie date a giugno, come già accaduto con la direzione Fuksas del 2000. È Rem Koolhaas, olandese classe ’44, già Leone d’oro alla carriera alla Biennale Architettura 2010 e Premio Pritzker nel 2000. È lui il fondatore nel 1975 dello studio di architettura OMA (Office for Metropolitan Architecture) con Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp. Oltre all’inglese, a precederlo nell’importante incarico ci sono stati negli ultimi anni Kazuyo Sejima, Aaron Betsky, Richard Burdett.
La notizia era nell’aria da mesi ma è oggi, al termine della riunione del Cda della Biennale, presieduto da Paolo Baratta, che la nomina è stata confermata: “Le Mostre di Architettura della Biennale sono via via cresciute d’importanza e il mondo ce lo riconosce, ed è di per sé significativo che a questa prossima Biennale si possa impegnare Rem Koolhaas, una delle maggiori personalità tra gli architetti del nostro tempo, che ha impostato tutta la sua attività su un’intensa ricerca e che, celebrità riconosciuta, accetta ora di mettersi in gioco per un ulteriore esercizio di ricerca e, perché no, di ripensamento”, afferma Baratta.
Koolhaas non è infatti solo un architetto di fama mondiale, grazie a i suoi numerosi testi critici è considerato uno dei più influenti teorici dell’architettura contemporanea. È suo il celebre volume “Delirious New York” del 1978 e “S,M,L,XL: Small, Medium, Large, Extra-Large” del 1995. Nel 1980 fa la sua apparizione alla Biennale di Venezia curata da Portoghesi nell’installazione “Strada Novissima”, diventata manifesto dell’Architettura postmoderna. Tra le sue opere più conosciute la Seattle Public Library, la Cctv tower a Pechino, la Casa da Musica di Porto. Riguardo ai suoi rapporti con l’Italia, è l’architetto di riferimento per Prada, griffe alla quale deve moltissimo per la sua carriera, per la quale ha curato – fra l’altro – l’emblematico store di Soho a New York. E sempre per Prada, suo è il progetto per gli spazi espositivi della Fondazione, in Largo Isarco a Milano. Ma è proprio a Venezia il suo progetto più controverso, che con la sua nomina potrebbe avere sviluppi inattesi: la contestatissima ristrutturazione del Fondaco dei Tedeschi, iniziativa patrocinata da Benetton.
Così lui stesso ha commentato la nomina: “Vogliamo dare uno sguardo nuovo agli elementi fondamentali dell’architettura – utilizzati da qualsiasi architetto, ovunque e in qualsiasi momento – per vedere se siamo in grado di scoprire qualcosa di nuovo sull’architettura”. E se il curatore sarà lui, ne siamo certi, qualcosa di nuovo da vedere a Venezia ci sarà sicuramente.
– Zaira Magliozzi
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