Sperimentazioni creative in salsa olandese. Pitti Uomo, a Firenze, mixa cibo e moda per una serata speciale al Savoy. Nuove frontiere del design, tra fornelli e passerella
Moda, arte contemporanea, musica: esplode nel segno delle contaminazioni l’83° edizione di Pitti Uomo, a Firenze. Tra la Fortezza da Basso e altre location storiche dislocate in centro, si snoda il palinsesto, fittissimo, della grande kermesse dedicata all’universo maschile del fashion. Tantissime sfilate, una valanga di marchi italiani ed internazionali, e un programma di eventi […]
Moda, arte contemporanea, musica: esplode nel segno delle contaminazioni l’83° edizione di Pitti Uomo, a Firenze. Tra la Fortezza da Basso e altre location storiche dislocate in centro, si snoda il palinsesto, fittissimo, della grande kermesse dedicata all’universo maschile del fashion. Tantissime sfilate, una valanga di marchi italiani ed internazionali, e un programma di eventi collaterali che per quattro giorni trasforma Firenze in un cantiere di energie creative e di proposte per il mercato, il pubblico, la critica.
E non manca nemmeno un altro ingrediente base, che con i linguaggi creativi ha molto a che vedere, abituato com’è a flirtare con arte e design ormai da tempo. Parliamo di cibo: art food, creartive food, design food, per l’appunto. E parliamo, nello specifico, di Dutch Touch, evento ospitato dall’Hotel Savoy, il 9 gennaio, tra le 19 e le 22. Tutto targato Olanda. Il progetto di riferimento si chiama Olandiamo in Toscana, e include una serie di eventi culturali organizzata dall’Ambasciata Olandese, insieme a sponsor privati e istituzioni pubbliche del territorio.
In questo caso il tema principale è la moda, naturalmente. Con la direttrice della Dutch Fashion Foundation, Angelique Westerhof, a fare da ambasciatrice per la new wave fashion esplosa nei Paesi Bassi, con interessanti contributi forniti dalle ultime generazioni. Un settore vitalissimo e in crescita. Stilisti e cuochi si ritrovano così insieme, per sperimentare in qualche caso inedite creazioni basate sull’innesto tra abito e cibo, oppure per presentare nuove collezioni e nuove ricette dall’animo particolarmente audace. Qualche esempio? Il vestito interamente di pasta, firmato da Conny Groenewegen; il ‘fulmine incandescente’ o il fango frisone’, commestibili bizzarrie di Albert Kooy, chef pluripremiato dello Stenden University Hotel di Leeuwarden; le cravatte e i papillon multicolor di Jupe e Pelliano o l’oreficeria di SeeMe, tra artigianato del lusso e commercio equo e solidale, con bojoux realizzati secondo tecniche tradizionali, importate dai cinque continenti. E poi ostriche della Zelanda, sushi, aringhe, cefalo con mostarda Groningen, cioccolata aromatizzata alla noce moscata. E ad allietare i timpani, per non trascurare nessuno dei sensi, c’è la musica di Stijn Hosman, DJ/producer della Rockacademie di Tilburg.
– Helga Marsala
Pitti Uomo 83
8-11 gennaio 2013
Fortezza da Basso,
viale F. Strozzi 1, Firenze
www.pittimmagine.com
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