Tante foto da Art Projects, sezione “underground” della London Art Fair. Ecco quello che fermenta sotto la superficie della London Art
Oltre trenta artisti emergenti, che cercano di offrire una piattaforma critica che rappresenti gli interessi e le pratiche dei creativi di oggi, con installazioni, presentazioni personali e collettive. Fra le sezioni della London Art Fair, appena iniziata a Londra, zona Islington, c’è anche Art Projects, progetto curato da Pryle Behrman che (si) interroga su alcune […]
Oltre trenta artisti emergenti, che cercano di offrire una piattaforma critica che rappresenti gli interessi e le pratiche dei creativi di oggi, con installazioni, presentazioni personali e collettive. Fra le sezioni della London Art Fair, appena iniziata a Londra, zona Islington, c’è anche Art Projects, progetto curato da Pryle Behrman che (si) interroga su alcune grosse domande esistenziali: dalla proposta della Galleria La Scatola, con quattro artisti che si misurano criticamente con le profetiche nozioni di arte e civiltà, alla Hoxton Art Gallery, che esplora come le nuove sfaccettature del vivere moderno possano essere rivelate anticipatamente da una comprensione biologica, fino alla presentazione di BEARSPACE, che esamina la scienza dell’intelligenza artificiale.
Tra gli espositori Hannah Barry, che mostra immagini tratte dalla serie The Evaluation of Space di Oliver Griffin: un reportage fotografico dell’artista che recita la propria vita. E poi Poppy Sebire, che nel presentare il lavoro di Georgie Hopton pone domande sull’incontro tra natura e cultura; e Limoncello, che presenta uno spazio ispirato al popolare show Take Me Out di ITV.
Uno spazio per le giovani gallerie e per i nuovi lavori, del tutto complementare ai grandi nomi della British Art del ventesimo secolo e ai lavori contemporanei di altrettanto importanti figure. “I lavori di Art Projects – commenta il curatore Pryle Behrman – sono caratterizzati da un delicato interrogarsi che osserva attentamente ogni piccolo sviluppo da un punto di vista critico, mai cinico o semplicistico. Questi sono artisti che pongono domande che forse nessuno si porrebbe, ma neanche avrebbe la Ubris di dire che le risposte sono facili da cercare”.
– Luca Marco Toffali
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