Ai francesi piacciono i duri, evacuato Depardieu tocca a Bruce Willis: l’attore è insignito della medaglia di Commendatore dell’Ordine delle Arti. Grande festa chez Hollande, ma sulla questione delle tasse ai super ricchi…
Depardieu … chi? La Francia metabolizza a dovere l’addio a fini fiscali dell’attore un tempo simbolo della nazione, oggi ibernato nel buen retiro offerto da Vladimir Putin, consolandosi con nuovi idoli d’importazione. E per chi pensasse che la svolta a gauche possa significare la revanche della Nouvelle Vague e del cinema d’impegno, arrivano curiose sorprese. Per carità: non c’è […]
Depardieu … chi? La Francia metabolizza a dovere l’addio a fini fiscali dell’attore un tempo simbolo della nazione, oggi ibernato nel buen retiro offerto da Vladimir Putin, consolandosi con nuovi idoli d’importazione. E per chi pensasse che la svolta a gauche possa significare la revanche della Nouvelle Vague e del cinema d’impegno, arrivano curiose sorprese. Per carità: non c’è destra e sinistra nell’etichettare un genere cinematografico, tanto meno – salvo outing – nell’inquadrare questa o quella star: ma sarà l’attività politica di Schwarzenegger o la militanza di Chuck Norris e ti trovi a vedere implicite assonanze e associazioni di idee tra il mondo macho dell’action movie e un certo modo duro e puro di agire. In attesa che un novello Gaber sbrogli il campo e determini il riformismo della commedia e il conservatorismo di Van Damme, arriva la lieta novella: a pochi giorni dall’uscita nelle sale del nuovo capitolo della saga Die Hard, Bruce Willis conquista Parigi. La pistola è ben rinserrata nella fondina, la maglietta stracciata e insanguinata lascia il posto ad un completo stile 007: nel corso di una soberrima e distesa cerimonia una luminosa Aurelie Filippetti, ministro francese della cultura, appunta al collo dell’attore la medaglia di Commendatore dell’Ordine delle Arti e della Letteratura. Riconoscimento che suona come un premio alla carriera per Willis, eclettico interprete partito dalla commedia brillante e accasatosi nel poliziesco d’assalto, a proprio agio pure quando – vedi Pulp fiction o Il sesto senso – gli viene chiesto quel passo in più rispetto al bang-bang. La star sentitamente ringrazia, ma esprime educatissime perplessità quando arriva l’inevitabile domanda sulla tassa ai super ricchi che ha causato la precipitosa fuga di Depardieu e quella – pare – prossima di Jean Michel Jarre.
Che c’azzecchi Bruce Willis con la letteratura non è dato di sapere; con l’arte, in senso lato, il legame è almeno intuibile – l’onoreficenza è andata in passato pure a Clint Eastwood: visto da lontano intenerisce un po’ l’allure di grandeur di un Paese che spande medaglie e patacche a destra e a manca. Apparentemente un po’ a casaccio, come dimostrano i quasi 700 recenti insigniti della Legion d’Honneur. Una legione, appunto.
– Francesco Sala
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