Berlinale 2013: il rumeno Calin Peter Netzer vince un’edizione cauta e “corretta”. Gran Premio della Giuria a Danis Tanovic
È il rumeno Calin Peter Netzer a vincere l’Orso d’Oro nella corrente edizione della Berlinale. Pozit ia Copilului (Child’s Pose) – l’opera premiata – è la storia di una madre alto borghese che cerca, anche a costo di corrompere le forze dell’ordine, di salvare il figlio dall’accusa di omicidio. Il Gran Premio della Giuria va […]
È il rumeno Calin Peter Netzer a vincere l’Orso d’Oro nella corrente edizione della Berlinale. Pozit ia Copilului (Child’s Pose) – l’opera premiata – è la storia di una madre alto borghese che cerca, anche a costo di corrompere le forze dell’ordine, di salvare il figlio dall’accusa di omicidio. Il Gran Premio della Giuria va a sorpresa a Danis Tanovic con Epizoda u životu beraca željeza (An Episode in the Life of an Iron Picker). Il film aveva deluso molti critici per la regia poco sentita. Orso d’Argento per la miglior regia a David Gordon Green per Prince Avalanche, una delle poche pellicole capaci di strappare qualche sorriso in un’edizione strappalacrime.
Miglior attrice, come i rumors dicevano ormai dall’inizio della settimana, a Paulina García per la sua interpretazione di Gloria di Sebastián Lelio. Miglior Attore a Nazif Mujic di nuovo per il film di Tanovic. Orso d’argento per la miglior sceneggiatura a Jafar Panahi col suo Pardé (Closed Curtain). Il regista, nonostante l’appello del governo tedesco a Teheran non è potuto essere presente alla consegna dei premi. Aziz Zhambakiyev, direttore della fotografia del kazako Uroki Garmonii (Harmony Lessons) di Emir Baigazin, vince meritatamente il premio per il miglior contributo artistico. Infine due menzioni speciali sono andate a Gus Van Sant per Promise Land e a Layla Furie di Pia Marais. Anche stavolta cala il sipario sul Festival del Cinema di Berlino, con una giuria che ha cercato di non scontentare nessuno. La maggior parte dei premi rispetta le proiezioni degli ultimi giorni, ma la discussione sulla selezione a monte non è destinata a chiudersi così tanto facilmente. A stretto giro riflessioni sulla settimana cinematografica berlinese.
– Federica Polidoro
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