Beyoncé alla Warhol per l’ultima pubblicità della Pepsi, che ritrae la cantante come avrebbe fatto il papà della pop-art. E si vendica, ad anni di distanza, degli acerrimi nemici della Coca Cola…
La vendetta è un piatto che, si sa, va servito freddo; a maggior ragione se in forma di saporita bibita zuccherina e gassata. E così, a mezzo secolo pressoché esatto dalle sue Three Coke Bottles, Andy Warhol passa, inconsapevolmente, alla concorrenza: è la Pepsi a far proprio l’immaginario visivo del re della pop-art, sfruttandone la […]
La vendetta è un piatto che, si sa, va servito freddo; a maggior ragione se in forma di saporita bibita zuccherina e gassata. E così, a mezzo secolo pressoché esatto dalle sue Three Coke Bottles, Andy Warhol passa, inconsapevolmente, alla concorrenza: è la Pepsi a far proprio l’immaginario visivo del re della pop-art, sfruttandone la matrice per la sua nuova campagna pubblicitaria. Eye-liner azzurro acceso, labbra fucsia e capello giallissimo: colori shock per Beyoncé, diva che ammicca nei manifesti acconciata in una livrea che ricorda quella che il re della Factory aveva riservato, tra le altre, a Liz Taylor e Jackie Kennedy. È lo specchio dei tempi, in fondo: una volta imperavano i sorrisi garbati, quasi leonardeschi, di principesse tristi dell’impero del consumismo; oggi, ritratta sui poster e serigrafata sulle lattine, occhieggia una diva incontrastata dello show-biz; scollacciata e atletica, muscolare manager di se stessa. Vale 50milioni di dollari il contratto che lega la popstar alla Pepsi, che – dopo il lungo e celeberrimo matrimonio Anni Ottanta con Michael Jackson – torna a strizzare l’occhio al mondo della musica leggera, pescando sempre tra artisti afroamericani con background da stelline bambine spinte alla musica dal padre padrone. Curiosi refrain della Storia.
– Francesco Sala
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