Da Boetti a Zingaretti. Quando la campagna elettorale diventa una performance. Betta Benassi urla col megafono le frasi di Alighiero dal tetto di una 500 gialla. E c’è lo zampino di Damiana Leoni
Gli artisti e la politica? Una liaison che, almeno in Italia, non fa proseliti. Se in qualche caso la politica entra nel lavoro in forma di riflessione sociologica o di spunto concettuale – e spesso con un coté retorico-nostalgico che si stacca dalle vicende del presente – raramente accade che un artista si esponga in […]
Gli artisti e la politica? Una liaison che, almeno in Italia, non fa proseliti. Se in qualche caso la politica entra nel lavoro in forma di riflessione sociologica o di spunto concettuale – e spesso con un coté retorico-nostalgico che si stacca dalle vicende del presente – raramente accade che un artista si esponga in prima linea, che faccia del vero attivismo o che prenda posizione rispetto all’attualità. Così, in questi anni di traversie post ideologiche e di disaffezione collettiva rispetto al ruolo stesso della politica e alla credibilità della sua compagine istituzionale, risulta difficile pensare ad artisti che facciano dichiarazione di voto, che scelgano, che siano “partigiani” e che si inventino anche un modo creativo per esternarlo. Eppure ogni tanto accade.
A Roma per esempio, al momento stritolata da catastrofi clericali, giochi di palazzo per le politiche imminenti e una bollente campagna elettorale per la nomina del nuovo presidente della regione. Un caos, insomma. La questione delle regionali, nello specifico, sta mobilitando con inatteso fermento un discreto numero di protagonisti della scena culturale cittadina. In senso unidirezionale, per altro: tutti con Nicola Zingaretti, parrebbe. Merito di Damiana Leoni, di professione pr dell’arte, organizzatrice ed esperta di comunicazione, che nella lista civica del candidato di sinistra ha deciso di mettersi in gioco. Puntando tutto sull’arte contemporanea. Ed ecco che l’intera campagna, nelle sue mani, si trasforma in una performance artistica, tra incontri, eventi e azioni pubbliche.
Lo scorso 10 febbraio due artisti romani sono stati coinvolti nel gioco: Elisabetta Benassi, in questo momento a lavoro per la sua seconda partecipazione alla Biennale di Venezia (tra i protagonisti del Padiglione Italia) ed Emiliano Maggi, performer, invitato alla recente Re-generation, al Macro. I due, a bordo di una vecchia cinquecento gialla, guidata da un’altra artista – Caterina Nelli – scorrazzavano per Roma a capo di un corteo di macchine e motorini, distribuendo slogan a pioggia: in piedi, sbucando dalla capote aperta, muniti di megafono, urlavano a squarcia gola una serie di frasi celebri a tema artistico-filosofico, intervallate da indicazioni di voto. Tutto un fuoco d’artificio di citazioni ed esortazioni, mixate con slancio pop: dal dannunziano “Fate della vostra vita un’opera d’arte” ai boettiani “L’universo è un quadrato senza angoli” o “Scrivere con la sinistra è disegnare”, fino a un più generico “Viva l’arte contemporanea!”. Miscellanea condita dal mantra “Votate Damiana Leoni, Lista Civica Nicola Zingaretti!”.
Un’opera impregnata di esprit politico? Non proprio. Simpatiche occasioni di comunicazione, piuttosto: un po’ come sparare manifesti e santini per la città, ma imbevuti di quell’appeal cultural-chic che – soprattutto a sinistra – fa la sua degna figura. E anche l’art system capitolino ha il suo Votantonio, impegnato e patinato. Il video che documenta la performance, realizzato dai registi Luca D’Ascanio e Michela Occhipinti, viaggerà nei prossimi giorni in modalità viral attraverso il web: campagna elettorale a tutto spiano, ma in chiave artsy. Tant’è.
Ora, tornando ai nuovi artisti engagé, la domanda è: di impegno politico si tratta o di una trovata allegra per racimolare un po’ di voti? E dopo queste regionali, cosa resterà dell’entusiastico attivismo? Finisce tutto lì o si prefigura una stagione di partecipazione e militanza, da parte di intellettuali e artisti? Guardatevi lo spot elettorale della coppia Benassi-Maggi e provate a darvi una risposta… Se non altro, a fronte dello scempio dei manifesti abusivi, spiaccicati in ogni dove a infestare la città, qui trattasi di un’operazione eco-creativa, con tutta la voglia di svecchiare i soliti metodi di propaganda, strappando un sorriso agli elettori…
– Helga Marsala
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