Dinos Chapman lancia il suo primo album. Giovani artisti britannici crescono. E dall’arte passano alla musica. Paesaggi elettronici pulsanti e cupi, come visioni sotterranee

Lo conosciamo nelle sua vesti di artista visivo. Lui, Dinos Chapman, assieme all’inseparabile fratello Jake, compagno di avventure creative, negli anni Novanta contribuì a generare quel movimento inquieto, esplosivo e controverso che fu il Young British Artists. E i due furono, indubbiamente, tra i migliori esponenti del gruppo, star celebrate in tutto il mondo per […]

Lo conosciamo nelle sua vesti di artista visivo. Lui, Dinos Chapman, assieme all’inseparabile fratello Jake, compagno di avventure creative, negli anni Novanta contribuì a generare quel movimento inquieto, esplosivo e controverso che fu il Young British Artists. E i due furono, indubbiamente, tra i migliori esponenti del gruppo, star celebrate in tutto il mondo per quel loro inconfondibile immaginario: provocatorio, macabro, sfacciatamente dark, al limite tra post human, horror, gotico, politico ed erotico.
Oggi è tempo di un nuovo debutto. Comincia per Dinos una carriera di musicista elettronico, improvvisa deviazione che giunge, in realtà, al termine di un decennio di solitarie sperimentazioni casalinghe. Sì, perché Dinos, vittima di un’artrite reumatoide e condannato a un’insonnia progressiva, ha trascorso ore e ore nel cuore della notte a manipolare suoni, a cercare, a comporre, a registrare. Un hobby, uno sfogo, una ricerca sotterranea. Ma mai l’idea di sfondare sul mercato musicale. Poco tempo fa l’occasione: qualcuno viene a sapere di questa attività, consumata nel seminterrato della sua casa di Londra; ascoltati i pezzi, a sorpresa arriva la proposta di pubblicare un disco. Dinos non ci crede nemmeno. Eppure va in fondo, ci prende gusto. E il disco si fa. 13 pezzi incisi da The Vinyl Factory, con un lancio programmato per il prossimo 25 febbraio. Electro cupa – e non poteva essere altrimenti – distorta, traboccante di energia sovversiva e di umorismo noir. La musica di “Luftbobler” – questo il titolo dell’album – lui la chiama “schlampige musik”, espressione traducibile con “musica sciatta” o, volendo essere più incisivi, “musica sgualdrina”.

Una traccia la si può già ascoltare sul sito della Vinyl Factory, con tanto di videoclip, parte di un’installazione site specific composta da 8 pellicole più soundtrack. L’opera è stata progettata in occasione della presentazione del disco: in mostra, presso lo spazio di Soho dell’etichetta, dal 28 febbraio al 3 marzo. Per i feticisti c’è anche una serie limited edition del disco, con cover disegnata e colorata a mano dall’artista. E nel futuro di Dinos? Ancora musica o si torna sulla vecchia via? Lui si dichiara pronto a continuare. Magari suonando dal vivo, coinvolgendo anche Jake, il fratello dall’anima rock, già avvezzo alla chitarra e ai live. Quanto all’arte, Al Guardian commenta così: “La gente compara opere d’arte per ragioni svariate. Forse hanno troppi soldi. Forse si annoiano. I loro amici ne hanno e allora pensano di averne bisogno anche loro. Pensano che li faccia sembrare più intelligenti”. Irrequietezze di (ex) YBA…

– Helga Marsala

www.thevinylfactory.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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