E se a Milano nascesse un nuovo distretto per il contemporaneo? Via Ventura non decolla, chissà non lo faccia via Stilicone: ultimi preparativi prima dell’opening della rinnovata Peep-Hole. Che trova casa proprio davanti a Lia Rumma
A portarcela è stata una serie fortunata di eventi. E chissà non sia proprio il caso, più del calcolo, a decretarne i successi futuri: nella curiosa meccanica di magnetismi inconsapevoli che, in via del tutto imprevista e imprevedibile, finiscono per creare suggestive assonanze. La sede di via Castaldi, in quel suk chic che è il […]
A portarcela è stata una serie fortunata di eventi. E chissà non sia proprio il caso, più del calcolo, a decretarne i successi futuri: nella curiosa meccanica di magnetismi inconsapevoli che, in via del tutto imprevista e imprevedibile, finiscono per creare suggestive assonanze. La sede di via Castaldi, in quel suk chic che è il barrio multietnico tra Buenos Aires e Porta Venezia, ha chiuso i battenti il 21 dicembre: data che quei burloni dei Maya hanno da sempre scelto per indicare la fine – o rinascita – del mondo che conosciamo. Il nuovo spazio inaugura il 14 febbraio: appassionata e reiterata dichiarazione d’amore per l’arte. Peep-Hole torna a sbirciare il contemporaneo da via Stilicone, zona Simonetta: in quella strana no man’s land schiacciata tra i binari de Le Nord e Corso Sempione. A un passo dal centro di Milano eppure in un limbo tutto suo, estraneo allo scorrere della metro. Toponimo severo, ricordo di quello strano tentativo di “governo tecnico” tardo imperiale che è valso al suo eroe designato l’inglorioso distacco del cranio dal collo; indirizzo impegnativo: perché sta proprio davanti al castello a tre piani realizzato da Lia Rumma. Attico a vista sulla città, personali di Anselm Kiefer e compagnia cantante… un bel confronto per i ragazzi terribili di Peep-Hole. Che sono già meglio delle mezza’ala nelle ballate di De Gregori: De Bellis e soci hanno dalla loro l’anagrafe, la taglia un po’ hipster che adegua all’artworld il concetto di “spalle strette”… ma quanto al si farà sono decisamente in anticipo: avendo già abbondantemente dimostrato di poter dire la loro. La rinnovata galleria trova casa sotto l’ala della premiata Fonderia Battaglia, che offre al progetto 300 mq: cent’anni di storia passata a forgiare arte per i vari Manzù, Marini, Pomodoro, Cavaliere, ed oggi in cerca di nuove identità, che rispondano ad una fase non felice per la plastica. Messa in crisi da costi di produzione proibitivi e una crisi di vocazione che sembra di stare in seminario. Tra riassestamenti, ricollocazioni e riposizionamenti la nuova avventura è pronta a partire con una personale di John Henderson, under30 a stelle e strisce…
– Francesco Sala
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