Salvate il Teatro dell’Acquario. Con quasi quarant’anni di storia di impegno e sperimentazione culturale, rischia la chiusura la gloriosa struttura di Cosenza: qui potete firmare per sostenerlo
Trentotto anni di ricerca e sperimentazione teatrale in un ambiente difficile come tanti nell’Italia del Sud, quello di Cosenza, per cercare di offrire soprattutto ai giovani qualche alternativa – sulla sponda culturale – al disagio ed all’emigrazione. Fatti di impegno, in primis dell’animatore e direttore artistico Antonello Antonante, che fra mille difficoltà e fondi sempre […]
Trentotto anni di ricerca e sperimentazione teatrale in un ambiente difficile come tanti nell’Italia del Sud, quello di Cosenza, per cercare di offrire soprattutto ai giovani qualche alternativa – sulla sponda culturale – al disagio ed all’emigrazione. Fatti di impegno, in primis dell’animatore e direttore artistico Antonello Antonante, che fra mille difficoltà e fondi sempre al lumicino è riuscito a scrivere pagine memorabili in questo contesto, come – giusto per fare un esempio – portare nel 1976 a Cosenza il Living Theatre, che realizzò in città interventi come Le sette meditazionI sul sadomasochismo politico, La torre del denaro e Sei atti pubblici, oltre a vari interventi di strada.
Sembrano le motivazioni per un premio, per un encomio solenne: e invece queste brevi note potrebbero risuonare come un epitaffio, per il Teatro dell’Acquario. Già, la Calabria che tante volte abbiamo lodata per l’illuminata politica culturale attuata negli ultimi anni, caratterizzati da aperture e grande dinamismo di musei e centri d’arte, non riesce a sostenere una sua gloria nel campo del teatro. Tagli che arrivano all’80% negli ultimi 5 anni, più cavilli burocratici vari che non consentono alla Cooperativa di partecipare ai bandi POR Cultura della Regione: ma alla base, la mancanza di volontà da parte delle istituzioni. E allora, una volta rispettati gli impegni già presi, si chiude. Ma non prima di aver tentato un ennesimo messaggio di speranza: una petizione perché nell’arco di qualche mese si possa fare un ultimo tentativo di salvataggio. Noi di Artribune contribuiamo, invitandovi a firmare al link che trovate qui sotto…
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