Anticipazioni da Artribune Magazine. Che ci azzecca Giorgio Vasta col Seicento? E la scrittrice Jennifer Egan con Marina Abramovic? Riflessioni incrociate per la rubrica Inpratica
“Ora ci è un mondo ipocrita e inquisitoriale, dove la vita religiosa e sociale fuori della coscienza è meccanizzata e immobilizzata in forme fisse e inviolabili. L’arte intisichisce, priva di un mondo libero intorno a sé”. Era il 1870 e con queste parole taglienti e severe Francesco De Sanctis, nella sua “Storia della letteratura italiana”, […]
“Ora ci è un mondo ipocrita e inquisitoriale, dove la vita religiosa e sociale fuori della coscienza è meccanizzata e immobilizzata in forme fisse e inviolabili. L’arte intisichisce, priva di un mondo libero intorno a sé”. Era il 1870 e con queste parole taglienti e severe Francesco De Sanctis, nella sua “Storia della letteratura italiana”, raccontava l’Italia del Seicento. Secolo di genio e di disperata decadenza, di enfasi creativa e di infausta repressione; secolo di ordine e disordine, incipit del lento declino italiano, che lo storico sintetizzava nell’immagine di una terra con “una vita interiore esaurita e paludata”, tristemente “tagliata fuori del mondo moderno, più simile a un museo che a società di uomini vivi”. Da qui parte Christian Caliandro per l’ultimo numero della rubrica Inpratica, in uscita sul nostro Artribune Magazine. “Il presente come autosabotaggio” (citando Giorgio Vasta): titolo graffiante, per una riflessione sull’Italia della crisi e della caduta, tra cultura, economia e politica. Un paese che gioca al gioco del suicidio e che si ostina a sabotare sé stesso, a disinnescarsi, persino a sottrarsi, a sparire. Una storia antica, che comincia qualche lustro fa.
Sempre per Inpratica, Carlotta Susca ci guida attraverso le pagine di Guardami, ultimo romanzo di Jennifer Egan, celebrato dalla stampa internazionale e finalista al National Book Award nel 2001. Da qui, un parallelo con la performance al MoMA, di Marina Abramovic, The Artist is Present, in cui l’artista compie un rito inedito e stupefacente: la restituzione dello sguardo all’osservatore, vero protagonista dell’azione. Percorsi distanti e diversi, tra cui passano echi, riflessi, ipotesi di lettura e di visione. E se la curiosità vi ha sufficientemente rapiti, mettetevi comodi, ancora per qualche giorno. Artribune su carta sta arrivando: a Milano per MiArt, in tutti i nostri point nazionali e, ovviamente, nella versione Pdf, disponibile on line.
– Helga Marsala
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