Grande opening a Venezia, per il Premio Arte Laguna. Mostra e cerimonia: ecco tutti i vincitori e le opere premiate. Italiani? Nemmeno uno…
Inaugurata stasera a Venezia, negli spazi delle Tese di San Cristoforo, all’Arsenale Nord, la mostra del premio Arte Laguna, giunto alla settima edizione, concorso dedicato alle ultime tendenze nel campo delle arti visive, che in pochi anni ha messo in piedi un network internazionale di tutto rispetto. Migliaia le candidature, passate al vaglio dei selezionatori, […]
Inaugurata stasera a Venezia, negli spazi delle Tese di San Cristoforo, all’Arsenale Nord, la mostra del premio Arte Laguna, giunto alla settima edizione, concorso dedicato alle ultime tendenze nel campo delle arti visive, che in pochi anni ha messo in piedi un network internazionale di tutto rispetto. Migliaia le candidature, passate al vaglio dei selezionatori, che hanno portato in finale una rosa di 105 artisti, suddivisi in cinque categorie. Nessun italiano tra i vincitori.
Per la Pittura vtrionfa Ivelisse Jimenez, artista non giovanissima (nata a Puerto Rico nel 1966), con una buon lavoro che “supera i confini della tela, per ibridarsi con altre dimensioni dell’arte contemporanea”. Spingendo la dimensione grafica e cromatica verso l’installazione, Jimenez predilige un approccio antimonuntale ed effimero, tutto orientato all’astrazione. Scelta molto precisa, da parte della giuria, che tra tanti pittori punta su una pittrice-non pittrice.
Si aggiudica la categoria Scultura: Costantine Zlatev, bulgaro, del ’74, “affronta in maniera molto interessante l’attuale problema del mercato delle armi”; un’opera, la sua, che ibrida un tipico fucile da caccia con scarti industriali e meccanici, tramutandolo in una misteriosa macchina da guerra, sospesa al soffitto come presenza incombente e insieme onirica.
Il londinese Richard Ansett, anche lui del ’66, vince la categoria Fotografia, con un ritratto ricco di “rimandi simbolici”, da cui emerge un “sapiente uso della luce”: probabilmente il miglior lavoro fotografico tra quelli in lizza, lo scatto di Ansett rivela una certa attitudine estetizzante, restituendo però una intensa riflessione sul rapporto tra paesaggio e figura, in un’atmosfera densa di mistero e di lirismo, tanto meditativa quanto seduttiva.
Carlos Martiel vince con la migliore opera di Video e Performance, grazie al suo Prodigal Son, per il modo efficace con cui affronta il tema della memoria familiare e “della particolare situazione politica cubana”. Anche in questo caso il miglior lavoro tra quelli della categoria: una ripresa cruda e asciutta, che immortala il rito compiuto dal figlio in memoria delle proprie origini e di una realtà dolorosa; le medaglie militari del padre, infilzate direttamente nella carne, uniscono body art e indagine sociale, declinando la dimensione affettiva e personale in chiave politica.
Per la sezione Arte Virtuale vince infine l’opera di Nirit Zer, “un’interessante ricerca sul concetto di identità”, diario di viaggio in progress iniziato nel 1995. Ogni immagine, connessa a un luogo, un’esperienza e una data, è un’opera d’arte in edizione limitata, frammento di un racconto autobiografico fluttuante, senza luogo, né tempo, né fine. Zer si aggiudica anche premio “Business for Art” in collaborazione con l’azienda FOPE Gioielli di Vicenza.
I vincitori – a ognuno dei quali spetta un premio di 7mila euro – sono stati individuati da una giuria composta da: Igor Zanti, direttore di Arte Laguna; Umberto Angelini, Direttore Festival Uovo di Milano; Adam Budak, curatore all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington; Gabriella Belli, Direttrice Musei Civici di Venezia; Cecilia Freschini di Lab-Yit; Mario Gerosa, caporedattore di AD; Kanchi Mehta, fondatrice di Chameleon Art Projects e India Editor per Flash Art; Sabine Schaschl, direttrice e della Kunsthaus di Basel; Felix Schöber, curatore indipendente; Claudia Zanfi, storica dell’arte e cultural manager.
Le due menzioni speciali del “Premio Sala Stampa” vanno all’inglese Jill Townsley, per l’installazione Till Rolls, dedicata ai mercati finanziari, e alla fotografa australiana Jill Townsley, che reinterpreta con ironia e abilità tecnica il tema del ritratto nella storia dell’arte.
– Helga Marsala
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