Il Beethoven astronauta di Gary Hill, Leonardo in camice bianco e Nam June Paik: matrimonio tra arte e scienza per l’edizione 2013 dell’Edinburgh International Festival. Svelati i programmi dell’intrigante evento agostano
Ogni artista è contemporaneo, se rapportato – ovviamente – al proprio tempo. Ed ogni artista, dunque, si trova nella condizione di misurare gli spazi della propria creatività al netto delle possibilità, o impossibilità, garantite dalla tecnologia della sua era. Traversine intriganti per il binario su cui fila l’edizione 2013 dell’Edinburgh International Festival, evento che ogni […]
Ogni artista è contemporaneo, se rapportato – ovviamente – al proprio tempo. Ed ogni artista, dunque, si trova nella condizione di misurare gli spazi della propria creatività al netto delle possibilità, o impossibilità, garantite dalla tecnologia della sua era. Traversine intriganti per il binario su cui fila l’edizione 2013 dell’Edinburgh International Festival, evento che ogni anno riscalda la tiepida estate scozzese con tre settimane all’insegna dell’arte e dell’infotainment. Svelato il programma che, dal prossimo 9 agosto e fino al 1 settembre, duetterà con il mitico Fringe, storico appuntamento con il teatro di ricerca, facendo di Edimburgo una informale ma consapevole capitale europea della cultura.
Nel premiato filone che, da William Kentridge a Bob Wilson, vede la video-arte abbracciare la lirica, ecco l’allestimento firmato da Gary Hill per il Fidelio di Beethoven: opera galattica, trasportata da uno dei primi artisti a giocare con l’elettronica all’interno di una navetta spaziale. Se pensi alla liaison tra la figura dell’artista e quella dello scienziato non puoi prescindere da un omaggio a Leonardo da Vinci: i suoi appunti anatomici sono al centro di The Mechanics of Man, mostra che nel confronto con gli ultimi ritrovati della ricerca medica sa costruire una fascinosa storia della rappresentazione del corpo umano. Con il divario tra arte e scienza a farsi sempre più labile. In un 2013 che lo vede festeggiare il cinquantesimo anniversario della sua prima personale debutta in Scozia Nam June Paik, con una ricca retrospettiva alla Talbot Rice Gallery. Ideale passaggio di consegne quello tra l’artista Fluxus e il giovane connazionale Hyung Su Kim: le strade di Edimburgo diventano teatro per la premiere europea del suo Media Skins, progetto di arte a mezzo LED. A completare un programma che vaga senza soluzione di continuità tra teatro, danza e musica colta, anche Brian Eno e l’omaggio del tandem Patti Smith e Philip Glass ad Allen Ginsberg.
– Francesco Sala
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