L’allestimento rivoluzionario di Italo Rota divide i cittadini? Ed i Musei Civici di Reggio Emilia chiamano in soccorso un gruppo di intellettuali: con una serie di incontri dedicati ai puristi
Tutto nasce dal progetto di ristrutturazione e nuovo allestimento museografico dei Musei Civici di Reggio Emilia affidato a Italo Rota. Una proposta forte e di grande impatto visivo e concettuale che tutto poteva suscitare tranne indifferenza, ed ha infatti accalorato gli animi dei cittadini, divisi tra strenui difensori e detrattori, e acceso un dibattito arrivato […]
Tutto nasce dal progetto di ristrutturazione e nuovo allestimento museografico dei Musei Civici di Reggio Emilia affidato a Italo Rota. Una proposta forte e di grande impatto visivo e concettuale che tutto poteva suscitare tranne indifferenza, ed ha infatti accalorato gli animi dei cittadini, divisi tra strenui difensori e detrattori, e acceso un dibattito arrivato fin sulle pagine dei quotidiani nazionali. Ora un ciclo di incontri a cura di Elio Grazioli e Riccardo Panattoni, intitolato Le Stanze del Tempo, propone una serie di riflessioni “sui temi che ruotano intorno all’idea di museo, e da questa si estendono alle ragioni più generali, e basilari, che hanno a che fare con l’idea di immagine e di contemporaneità”.
Dopo un primo appuntamento che ha visto il filosofo Federico Ferrari cimentarsi in una prolusione sulla natura stessa del museo come prodotto di un particolare momento storico, e la conseguente necessità di affrontare con coraggio radicali cambiamenti nel prossimo futuro, sabato 2 marzo è la volta di Michele Cometa, docente di Letterature comparate e Cultura visuale all’ Università di Palermo. Che attraverso l’approccio dei visual studies proporrà le sue suggestioni sui possibili ruoli degli spazi museali contemporanei nell’epoca della cultura visiva.
Nelle prossime settimane toccherà nell’ordine a Franco La Cecla, Marco Belpoliti e infine a Tiziano Scarpa. In occasione delle conferenze sono state inoltre allestite un’installazione ad hoc di Pietro Mussini, una grafica di Michele Graffieti che illustra le relazioni culturali intrattenute dai protagonisti della storia del museo, e un video di Gualtiero Venturelli che traccia un percorso tra le collezioni attraverso gli oggetti.
– Daniele De Luigi
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