Non c’era solo zuppa Campbell nella dieta di Andy Warhol, ma anche tanti dolci. A mezzo secolo dall’uscita del suo eretico ricettario e in vista della retrospettiva al Museo del Novecento, la cake designer Simona Galimberti sforna un goloso omaggio al re della Pop Art
Se lo dice la televisione allora deve essere vero: un vecchio adagio del tempo dei nonni, ad accettare supinamente il Verbo passato in bianco e nero da mamma RAI. Una sentenza, inoppugnabile, valida ancora oggi: in tempi di emorragia degli investimenti in pubblicità, con il colosso Mediaset che per la prima volta nella sua storia […]
Se lo dice la televisione allora deve essere vero: un vecchio adagio del tempo dei nonni, ad accettare supinamente il Verbo passato in bianco e nero da mamma RAI. Una sentenza, inoppugnabile, valida ancora oggi: in tempi di emorragia degli investimenti in pubblicità, con il colosso Mediaset che per la prima volta nella sua storia chiude in rosso, una rapida scanalata sul telecomando basta a farsi un’idea di ciò che tira e cosa invece non funziona. L’infornata di ormai non più nuovi canali pseudo-tematici arrivati con la rivoluzione del digitale terrestre ci insegna, nell’ordine, che i reality show sono alla frutta; che in America i robivecchi fanno un sacco di soldi e che si può mangiare più o meno qualsiasi cosa di muova. E ancora: se la televisione dice che la nuova frontiera del fai da te chic è quella di una pasticceria scultorea, e dedica al tema fior di programmi, allora non può non essere vero. E via, dunque, di cake design. Una materia che mezzo secolo prima de Il boss delle torte e di Torte in corso con Renato già aveva entusiasmato addirittura Andy Warhol: che nel 1959 da alle stampe a proprie spese il visionario ricettario dell’amica Suzy Frankfurt, chiedendo alla madre di vergare a mano i testi e illustrando ogni assurdità gastronomica contenuta all’interno. Un piccolo divertissement quel Wild Raspberries, oggi degnamente omaggiato a Milano. Dove è in arrivo al Museo del Novecento – si inaugura il 4 aprile – la mostra con le grafiche della collezione Bank of America – Merrill Lynh; e dove Simona Galimberti, cake designer con atelier in Corso Vercelli, sforna Flowers. Il richiamo, ovvio, è alla serie di omonime litografie della metà degli Anni Sessanta: con i petali di glassa zuccherata adagiati su un morbido letto di cioccolato.
– Francesco Sala
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