S.O.S Toolkit. Il festival veneziano di new media art non ha budget e va in standby. L’appello alle aziende e all’Università. Tutta la fatica di essere giovani, indipendenti e di nicchia
Toolkit Festival a rischio. Giunto alla sua terza edizione, il festival d’arte interattiva promosso e ideato – non senza fatica – dal giovane artista Martin Romeo, assegnatario di uno dei dodici atelier della fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, rischia di non vedere la luce. Fin qui sostenuto grazie ai contributi dell’Università Cà Foscari e dello […]
Toolkit Festival a rischio. Giunto alla sua terza edizione, il festival d’arte interattiva promosso e ideato – non senza fatica – dal giovane artista Martin Romeo, assegnatario di uno dei dodici atelier della fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, rischia di non vedere la luce. Fin qui sostenuto grazie ai contributi dell’Università Cà Foscari e dello Iuav di Venezia, insieme a piccoli sponsor tecnici, l’evento – programmato per il prossimo maggio – arriva a ridosso dell’opening con il salvadanaio ancora vuoto. E mentre qualche speranza c’è forse con lo Iuav, da cui si attende una risposta definitiva, il privato latita. Aziende in sofferenza, restie e offrire denaro ma anche materiali. Tempi lunghi e casse magre anche per le Istituzioni pubbliche, con cui si è recentemente aperto un dialogo: burocrazia e iter finanziario da rispettare, puntando – si spera – al prossimo bilancio, per l’edizione a venire. Essere realtà emergenti, prive di appoggi, per di più indipendenti e piuttosto di nicchia, non è una cosa che aiuta. Almeno in Italia.
Il mancato sostegno economico, dunque, getta un’ombra sul progetto e sulla possibilità di arrivare al traguardo, nonostante la qualità della proposta, l’impegno profuso (con spirito di volontariato e infinita passione), il respiro internazionale della programmazione e la forte spinta verso la sperimentazione. Fin dalla sua prima edizione (Venezia, 2011) l’evento propone un’attenta e capillare mappatura delle ricerche più attuali del settore della New Media Art, proponendo tre giorni all’insegna di mostre interattive, concerti di musica sperimentale, performance di danza contemporanea, workshop e conferenze.
All’open call internazionale lanciata da Toolkit hanno risposto più di duecento artisti provenienti da 34 diverse nazionalità: la giuria – composta quest’anno da Karina Smigla Bobinski, artista interattiva polacca, Valerio Mannucci, curatore e editor di Nero Magazine,Daniele Spanò, curatore e rappresentante della Fondazione Romaeuropa, Fausto Tomei, autore del volume Arte Interattiva. Teoria e Artisti – ha selezionato quindici artisti di diversa provenienza intra ed extra europea. Un tesoro di contatti e di progettualità avviata, che rischia di naufragare.
Eppure, la partecipazione al progetto di aziende che lavorano sul fronte dell’hi-tech sarebbe più che azzeccata: Toolkit fa del rapporto tra ricerca creativa e ricerca tecnologica il suo leitmotiv, puntando su linguaggi e strumenti attualissimi, in Italia non supportati a sufficienza: dai dispositivi per installazioni interattive alle ultime frontiere del digitale, passando per sound art e videoarte. L’appello da lanciare, dunque, nell’attesa di ottenere un possibile feedback istituzionale, è rivolto in questa fase a piccole e medie imprese, soprattutto del settore tecnologico, sensibili alla causa e disposte a intavolare un dialogo. In vista magari di un supporto tecnico, fondamentale per garantire allestimento e attrezzature.
Intanto, sul sito di Toolkit sarà possibile a breve sostenere il progetto tramite donazioni private, di qualsiasi entità: un tentativo di creare una piccola rete di microfinanziatori, per coprire le spese logistiche e organizzative. L’emergenza cultura non si arresta, ma la voglia di resistenza cresce, direttamente proporzionale al disagio diffuso. Toolkit lancia il suo S.O.S e non demorde. The show must go on.
– Valentina Gervasoni e Helga Marsala
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