Sardegna Abbandonata: un archivio online e poi un film, tutto in crowdfunding. Racconti della solitudine, esplorando luoghi derelitti dell’isola
Luoghi fatti di ruderi, di memorie e silenzio; spazi disabitati, sommersi da una vegetazione imperante e dall’oblio: saranno questi i protagonisti inconsueti del film che Sardegna Abbandonata sta iniziando a girare proprio in questi giorni, dopo aver concluso con successo la sua raccolta fondi su produzionidalbasso.it – l’ormai noto sito italiano per il crowdfunding – […]
Luoghi fatti di ruderi, di memorie e silenzio; spazi disabitati, sommersi da una vegetazione imperante e dall’oblio: saranno questi i protagonisti inconsueti del film che Sardegna Abbandonata sta iniziando a girare proprio in questi giorni, dopo aver concluso con successo la sua raccolta fondi su produzionidalbasso.it – l’ormai noto sito italiano per il crowdfunding – raccogliendo 6mila euro a copertura delle spese di produzione. Ma cos’è Sardegna Abbandonata? Nato come archivio online per catalogare, mappare e raccontare villaggi minerari fantasma, vecchie ville che alludono a fasti passati, ciminiere spente e fabbriche arrugginite – tutti luoghi variamente dislocati in Sardegna – il progetto è diventato il punto di partenza per un film indipendente.
Lo spirito di denuncia nei confronti dell’incuria umana, elemento che ci si aspetterebbe da un’opera di questo genere, è vago, se non assente: sfogliando le pagine del sito la sensazione prevalente è quella di perdersi, di lasciarsi rapire dall’occhio di chi narra, un po’ cercatore di tesori, un po’ antropologo, un po’ esploratore. Ed è lo stesso sguardo che sembra di intravvedere nei brevi trailer di presentazione del progetto cinematografico. Quest’ultimo, definito dagli autori come un “documentario onirico”, sarà girato nei mesi a venire e alla fine approderà in rete, restando a disposizione di tutti. Un traguardo collettivo, letteralmente: un sogno per chi sta lavorando oggi alla realizzazione, ma anche una soddisfazione per chi, chi nel suo piccolo, con appena dieci euro ha dimostrato di crederci davvero.
– Marta Pettinau
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