“Sarò il nuovo Amelio”. Eduardo Cicelyn, reduce dal Madre-gate, si appresta ad aprire la sua galleria a Napoli. Proprio negli spazi che furono del grande Lucio a Piazza dei Martiri
Uscito un po’ ammaccato e deluso dalla vicenda del Madre, museo che ha contribuito a creare e dal quale è stato disarcionato al momento in cui tutto il sistema di potere bassoliniano è venuto giù come un castello di carte, Eduardo Cicelyn deve a questo punto ricollocarsi. E deve farlo a maggior ragione dopo aver […]
Uscito un po’ ammaccato e deluso dalla vicenda del Madre, museo che ha contribuito a creare e dal quale è stato disarcionato al momento in cui tutto il sistema di potere bassoliniano è venuto giù come un castello di carte, Eduardo Cicelyn deve a questo punto ricollocarsi. E deve farlo a maggior ragione dopo aver bucato anche l’iniziativa di bloccare il concorso internazionale per la nomina del nuovo direttore del Madre: Andrea Viliani, infatti, si è insediato regolarmente e non c’è stata alla fine nessuna forma di attacco giudiziario o di ricorso. Senza più un ruolo in città (dopo averne determinato le fortune artistiche nell’ultimo quindicennio, a partire dalle grandi installazioni in Piazza Plebiscito) e senza il generoso stipendio regionale, Cicelyn aveva dunque bisogno di una nuova vita, anche per dimenticarsi le brutte vicissitudini che lo hanno portato addirittura a querelare tutta una vasta platea di suoi ex colleghi (l’Eduardo nazionale nasce giornalista) rei di averlo eccessivamente incalzato durante il Madre-gate.
A quanto pare – ormai le conferme rasentano l’ufficialità – questa nuova vita sarà da gallerista. Di più: da novello Lucio Amelio.
“Voglio ripetere l’epopea del gallerista che aprì a Piazza dei Martiri nel 1969”, pare vada ripetendo Cicelyn in giro per la capitale del Sud. Un obbiettivo ambizioso che parte dallo spazio espositivo: è qualcosa di più di un’indiscrezione, infatti, la location della nuova galleria di Eduardo Cicelyn. Proprio quel Palazzo Partanna, proprio quella stessa Piazza dei Martiri e proprio quello stesso piano nobile che ospitò la Galleria Lucio Amelio (e in anni recenti quella non meno potente di Alfonso Artiaco) e che vide transitare Rauschenberg e Merz, Kounellis e Twombly, Warhol e Paolini. Accreditate fonti all’ombra del Maschio Angioino danno per già firmato il contratto d’affitto con la proprietà e dunque, al netto di qualche lavoro di adeguamento, imminente l’apertura. Forse anche prima dell’estate.
Già, ma con cosa? I bene informati sono pronti a giurare che si tratterà di una collettiva di artisti inglesi, di cui alcuni già passati in mostra al Madre proprio durante la gestione Cicelyn.
Un piccolo rischio di conflitto di interessi si palesa, dunque. E viene sottolineato da un operatore partenopeo che chiede di restare anonimo: “Cicelyn già viene a inserirsi in un contesto in crisi investendo i tanti soldi guadagnati grazie ad un lauto stipendio pubblico, almeno potrebbe evitare di utilizzare a suo beneficio commerciale artisti che sono cresciuti e conosciuti a Napoli grazie ad investimenti collettivi che tra l’altro, a posteriori, si sono rivelati eccessivi e comunque non sostenibili”. Insomma, c’è di mezzo Eduardo Cicelyn e, nel bene o nel male, qualche polemica non mancherà. Un po’ di pepe che, per lo meno, avrà il merito di svegliare il milieu artistico napoletano purtroppo un po’ sopito negli ultimi mesi di difficoltà politico-economica…
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