Una nuova nazione oltre alle 88 presenti alla Biennale di Venezia: un progetto artistico di Maria Cristina Finucci. È il Garbage Patch State, isole di plastica che galleggiano sugli oceani

Mai sentito parlare di Garbage Patch? Da una parte è un fenomeno di inquinamento tra i più gravi del pianeta, dall’altra è un vero e proprio continente alla deriva tra gli oceani, fatto di isole di plastica: vortici variopinti (cinque i principali individuati), verso cui sono trasportati i rifiuti, spinti dalle correnti. Una sconfinata superficie […]

Mai sentito parlare di Garbage Patch? Da una parte è un fenomeno di inquinamento tra i più gravi del pianeta, dall’altra è un vero e proprio continente alla deriva tra gli oceani, fatto di isole di plastica: vortici variopinti (cinque i principali individuati), verso cui sono trasportati i rifiuti, spinti dalle correnti. Una sconfinata superficie flottante, in continua espansione. Al di là dell’aspetto folkloristico, il problema c’è ed è grave: con il sole le plastiche tendono a liquefarsi, gli elementi sintetici si disciolgono nell’acqua, finendo col mescolarsi nel plancton che poi viene ingerito dai pesci. Ed ecco il processo di contaminazione di tutta la catena alimentare. Una faccenda che ha molto a che fare con la sostenibilità del nostro sviluppo e sulla quale, curiosamente, l’arte contemporanea ancora non aveva riflettuto.
L’artista Maria Cristina Finucci sta lavorando in questi mesi per colmare il gap. Dopo una approfondita analisi del fenomeno, il progetto performativo dedicato al Garbage Patch sfocerà addirittura nella nascita di una “Nazione”. D’altro canto il territorio c’è, grande e facilmente identificabile (il patch si vede da tutti i satelliti pur non essendo presente sulle mappe ufficiali). Ed è attualmente terra di nessuno.

Garbage Patch State

Garbage Patch State

A suggellare il battesimo di questo nuovo Stato sarà un vero e proprio Padiglione, nel cortile dell’Università Ca’Foscari, durante il periodo della Biennale di Venezia. Evento anticipato da una presentazione nella  nella sede centrale dell’Unesco, a Parigi, il prossimo 11 aprile; e poi, nel mese di settembre, un’istallazione al Maxxi di Roma e più avanti una missione in mezzo all’Atlantico. Non solo, dunque, un lavoro che si concentra sulla produzione di sculture e installazioni, partorite in seno a una riflessione sul tema della sostenibilità, ma un percorso di azioni e relazioni, da sviluppare nel tempo.
Realizzato in collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente,  il ”Garbage Patch State” rappresenta dunque un nuovo capitolo nell’iter di sensibilizzazione collettiva sul tema della salvezza del Pianeta: un’immagine-metafora che è insieme luogo concreto da raccontare e riconoscere, per incarnarvi il senso della minaccia ecologica e della progressiva sofferenza ambientale.

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Redazione

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