Anomala e antiaccademica. Morta a Roma Rosma Scuteri, la critica che raccontò dal vivo all’Italia la creatività newyorkese degli anni Ottanta
Prima ancora che la lunga e implacabile malattia, dal mondo dell’arte – troppo spesso di memoria assai corta – l’avevano allontanata la sua fierezza, il suo rifiuto di adeguarsi alle sue liturgie, qualcuno direbbe persino il suo carattere brusco, antipatico, nell’accezione filologica. Ma poi a presentare il conto a Rosma Scuteri è tornata quella malattia, […]
Prima ancora che la lunga e implacabile malattia, dal mondo dell’arte – troppo spesso di memoria assai corta – l’avevano allontanata la sua fierezza, il suo rifiuto di adeguarsi alle sue liturgie, qualcuno direbbe persino il suo carattere brusco, antipatico, nell’accezione filologica. Ma poi a presentare il conto a Rosma Scuteri è tornata quella malattia, quella SLA che negli ultimi anni l’aveva avvicinata alle lotte del Partito Radicale: e che l’ha uccisa il 18 aprile a Roma.
Ma anche dopo tanti anni di silenzio, lei si sentiva ancora “critico d’arte anomalo e antiaccademico, esperta di culture underground e di linguaggi non ancora codificati”, come si definiva nel libro New York, anni Ottanta (Castelvecchi, 1999), che resta la sua opera più conosciuta, fondamentale per veicolare le dinamiche che percorsero la Grande Mela nel periodo chiave, raccontate da chi le aveva vissute in prima persona.
Già, perché lei dalla natia Puglia si era spostata prima a Milano e poi a Roma, viaggiando però spesso proprio negli anni Ottanta a New York, entrando in contatto con “quelli che sarebbero poi risultati gli artisti ‘di punta’ della transavanguardia americana, scrivendo su di loro le sue corrispondenze per il manifesto: dallo Squat Theatre a Ramallzee, da Basquiat a Hamilton”, scrive oggi proprio il quotidiano che la ospità sulle proprie colonne. Fra i suoi successi, spicca la sezione Aperto della Biennale di Venezia del 1993, che lei curò chiamata a farlo da Achille Bonito Oliva, che le diede occasione per far conoscere numerosi artisti di paesi emergenti.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati