C’è un Paese che aumenta la spesa in arte del 10%. Non è bengodi, sono gli Stati Uniti: Obama risarcisce i tagli al bilancio federale praticati con l’ultima “budget sequestration”. In arrivo alle istituzioni statali circa 700milioni di dollari in più
Restituisce il maltolto e lo fa con tanto di interessi; consapevole della rilevanza che il comparto della cultura ricopre all’interno del sistema Paese. Ha dovuto chiedere sacrifici, ché la crisi picchia duro un po’ ovunque; ma alla prima occasione utile, invece di fare orecchie da mercante come accade da altre parti – tipo le nostre […]
Restituisce il maltolto e lo fa con tanto di interessi; consapevole della rilevanza che il comparto della cultura ricopre all’interno del sistema Paese. Ha dovuto chiedere sacrifici, ché la crisi picchia duro un po’ ovunque; ma alla prima occasione utile, invece di fare orecchie da mercante come accade da altre parti – tipo le nostre – mette mano ai cordoni della borsa. E come ogni bravo debitore rende quel qualcosa in più che gratifica il creditore: Barack Obama ne ha fatta un’altra delle sue; una di quelle che concorrono a far brillare ulteriormente l’aureola che l’opinione pubblica internazionale gli ha posto sul capo fin dal giorno della prima elezione.
Il budget federale a sostegno dell’arte crescerà per il prossimo anno finanziario, che si inaugura il prossimo mese di ottobre, del 10%. Se fosse il primo aprile la faccenda strapperebbe al più una risata amara: e invece è tutto vero. Là dove in molti tagliano, lui cuce: solo un mese fa aveva sottratto ai National Endowment che si occupano di foraggiare le tre istituzioni culturali federali una cifra che si aggirava attorno ai 700 milioni di dollari; oggi promette di restituire, nel prossimo anno fiscale, quanto preso. E aggiungere una cifra pressoché analoga, il 4,5% del miliardo e 440 milioni di dollari quest’anno elargiti a Smithsonian, National Gallery di Washington e Kennedy Center for Performing Art.
La contrazione era stata inserita nell’edizione 2013 della famigerata budget sequestration, strumento di austerity elaborato ai tempi di Reagan e reintrodotto un paio di anni fa. Non un’accettata e chi s’è visto s’è visto, però: un sequestro, appunto. Operazione che comporta una restituzione, in questo caso avvenuta senza nemmeno bisogno di pagare un riscatto, anzi. Alla Smithsonian Institution dovrebbero arrivare 869 milioni di dollari, con un incremento del 6% rispetto alla cifra decurtata; al National Endowment for the Arts e al fratello National Endowment for the Humanities andranno 154 milioni di dollari e mezzo. La somma, con i tagli, non superava i 146 milioni.
– Francesco Sala
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