E dopo Miart, ancora Miart. Terminati i giri negli stand, la fiera milanese e la Fondazione Trussardi invitano al Teatro Arsenale: quattro serate di musica, spettacoli, performance
Prima volta insieme per la Fondazione Nicola Trussardi e Miart, quest’anno impegnate in un progetto di collaborazione che celebra la nascita di un piccolo festival, Liberi tutti, pensato per le serate della fiera. Dal 3 al 6 aprile, tra le 22 e le 24, Miart prosegue con quattro eventi speciali outdoor, destinati a diventare il fulcro della […]
Prima volta insieme per la Fondazione Nicola Trussardi e Miart, quest’anno impegnate in un progetto di collaborazione che celebra la nascita di un piccolo festival, Liberi tutti, pensato per le serate della fiera. Dal 3 al 6 aprile, tra le 22 e le 24, Miart prosegue con quattro eventi speciali outdoor, destinati a diventare il fulcro della movida culturale di questo lungo art wekeend milanese. Al Teatro Arsenale prenderanno dunque vita una seria diperformance, concerti, intermezzi e pièce teatrali, messi in scena da artisti internazionali. Ouverture affidata ai Gelitin, collettivo viennese dall’anima ludica e dissacrante, che qui porta Ritratto Analitico, performance ideata ad hoc con una formula interattiva: partendo dal tema del disegno, i performer daranno vita a una relazione con il pubblico, scandagliando capacità fisiche, qualità analitiche e quella preziosa dose d’umorismo, necessari a sopravvivere nel quotidiano.
Il giorno dopo l’artista americano Darren Bader, con l’ausilio di musicisti e dj, mette in scena Le Quattro Stagioni, Trois Gnossiennes, Triple DJ, tre ibridi tra performance, concerto e installazione: una destrutturazione sorprendente di due classici della musica colta – le Quattro Stagioni di Vivaldi e le Gnossiennes di Satie – che finiscono con il sovrapporsi e articolarsi, sfociando in un euforico dance floor con set triangolare.
Atmosfera più quieta e declinazione più teatrale venerdì, per la performance dell’israeliana Keren Cytter, Show Real Drama, già presentata alla TateModern di Londra lo scorso autunno; protagonisti sono due attori, Susie Meyer e Fabian Stumm, che sul palco si misurano con una intensa rappresentazione di sé stessi, tra fiction e realtà, attraversando i sentieri impervi delle relazioni amorose e della comunicazione umana, del desiderio e dell’esperienza della perdita.
Chiusura, sabato 6 aprile, con The Pentothal Analyses (un ballet de cour), progetto inedito del berlinese Thomas Zipp, avvezzo a spettacoli che catapultano il pubblico in un tourbillon di verità e costruzioni sceniche, evocazioni reali e memorie fittizie, testimonianze e visioni immaginarie, mixando costumi, musica, maschere e cibo.
– Helga Marsala
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