Il Primo Maggio si festeggia tra musei e scavi archeologici: 400 i luoghi di cultura dello Stato aperti in via eccezionale. E il settore celebra la sua crescita, con un milione e 400mila occupati vale il 5,4% del PIL
C’è chi celebra il rito del concerto di Piazza San Giovanni, dal vivo o attaccato a Rai Tre. Chi invece rema controcorrente e si sciroppa quello di Taranto, fomentando lo scontro tra guelfi e ghibellini che anima il panorama della contestazione da salotto. C’è chi, chissà quanto suggestionato dall’ultima canzone di Elio e le Storie […]
C’è chi celebra il rito del concerto di Piazza San Giovanni, dal vivo o attaccato a Rai Tre. Chi invece rema controcorrente e si sciroppa quello di Taranto, fomentando lo scontro tra guelfi e ghibellini che anima il panorama della contestazione da salotto. C’è chi, chissà quanto suggestionato dall’ultima canzone di Elio e le Storie Tese, ne approfitta per non caricare la sveglia e restare a ronfare; e c’è pure chi lo vive come un giorno esattamente identico agli altri, vuoi perché nella vaporosa condizione dell’attuale mercato del lavoro si è attivi sempre e comunque, vuoi perché se sei disoccupato hai ben poco da festeggiare. C’è, infine, chi il Primo Maggio sceglie di darsi alla cultura, scegliendo uno dei 400 tra siti archeologici e musei che rimangono a disposizione di visitatori e turisti su indicazione del MiBAC. Orari diversi da un posto all’altro, idem dicasi per le modalità di accesso – c’è chi aggiunge all’offerta pure l’ingresso gratuito: conviene mettersi in marcia previa consultazione del sito del ministero.
In Campania restano aperti, tra gli altri, la spettacolare Villa Jovis a Capri, ma anche gli scavi archeologici di Ercolano e il Museo di Capodimonte; in Emilia Romagna si passa dalle vestigia bizantine di Sant’Apollinare in Classe alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Niente Foro Romano, ma la Soprintendenza garantisce, per tutta la mattinata, l’apertura del Colosseo: una settantina i luoghi di cultura che nel Lazio evitano la serrata. In Lombardia, se il meteo lo permette, valgono la pena un salto alle Grotte di Catullo sul Lago di Garda e al Parco delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, in Val Camonica; cancelli aperti, a Torino, per Palazzo Reale e l’Armeria. E poi ancora Bargello e Boboli a Firenze, la mitica fortezza federiciana di Castel del Monte in Puglia, le Gallerie dell’Accademia a Venezia. Un elenco più che ricco, capace di rappresentare un’eccellenza in campo europeo. Domani Parigi sta in panciolle, con una sterminata lista di fermé: Louvre, Orangerie, Pantheon, Orsay, Marmottan, Les Invalides… tutto chiuso, salvo Tour Eiffel e poco altro (tipo il Museo dell’Erotismo); idem dicasi per Madrid.
La cultura non si ferma mai, questo sembra essere il messaggio di un’iniziativa che certifica i numeri che fanno del comparto – strano ma vero – uno tra gli ambiti più dinamici sotto il profilo dell’occupazione. A festeggiare il Primo Maggio sono, secondo stime di Unioncamere e Fondazione Symbola, un milione e quattrocentomila operatori di un settore che vale il 5,4% dell’economia nazionale. E che crea attraverso il turismo un indotto di filiera che interessa quasi quattro milioni e mezzo di lavoratori, producendo il 15% del PIL: una rendita niente male se si pensa che l’investimento da parte dello Stato nei confronti della cultura resta fermo all’1,1%.
– Francesco Sala
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