Il profumo dei petrodollari. Cresce la fiera Dallas Art Fair, alla quinta edizione: e ci sono anche tre italiane che arrivano fino in Texas
Nei giorni scorsi, in occasione di Miart, intervistavamo il brand manager di Ruinart, che ci tratteggiava la grande propensione della storica griffe dello champagne francese a presentarsi in tutto il mondo associando la propria immagine all’arte contemporanea, E la prima conferma arriva subito, dagli States, dove la quinta edizione della Dallas Art Fair presenta – […]
Nei giorni scorsi, in occasione di Miart, intervistavamo il brand manager di Ruinart, che ci tratteggiava la grande propensione della storica griffe dello champagne francese a presentarsi in tutto il mondo associando la propria immagine all’arte contemporanea, E la prima conferma arriva subito, dagli States, dove la quinta edizione della Dallas Art Fair presenta – fra il 12 e il 14 aprile – come main sponsor proprio Ruinart Champagne.
E si presenta agguerrita, la rassegna texana, determinata ad emergere in un panorama fieristico americano che fino ad oggi non l’ha accolta nell’empireo, ristretto alla triade New York-Los Angeles-Miami. E lo fa proponendo nella location della Fashion Industry Gallery un’ottantina di gallerie nazionali e internazionali, ed affiancando alla fiera – in collaborazione con Caja Dallas – SEVEN, il pionieristico progetto collettivo organizzato dalle gallerie BravinLee programs, Pierogi, P.P.O.W., Ronald Feldman Fine Arts, Catharine Clark e Inman Gallery.
Ma scorrendo l’elenco dei partecipanti, non può non colpire – in una fiera finora abbastanza fuori dai “giri” globali – la presenza di ben tre gallerie italiane, con il big Massimo De Carlo in trasferta transoceanica assieme alla milanese Brand New Gallery ed alla bresciana A Palazzo Gallery. Voglia di cambiare aria, o ricerca di nuovi collezionisti ancora alimentati dal petrolio texano?
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