In visita alla Fondazione Salvatore Fiume. Nell’attesa del documentario di Artribune per Editalia, un foto-report dall’ex filanda di Canzo. Il rifugio di una vita, che fu casa e atelier

Una mattina di primavera a Canzo, tra il lago del Segrino e le valli comasche, tra i boschi e le cascate, là dove il paesaggio lombardo sfuma verso quello più ghiacciato della Svizzera. Una giornata speciale, in un posto speciale. Siamo in quella che fu la casa-atelier di Salvatore Fiume (Comiso, 1915 – Milano, 1997), un’ex filanda […]

Una mattina di primavera a Canzo, tra il lago del Segrino e le valli comasche, tra i boschi e le cascate, là dove il paesaggio lombardo sfuma verso quello più ghiacciato della Svizzera. Una giornata speciale, in un posto speciale. Siamo in quella che fu la casa-atelier di Salvatore Fiume (Comiso, 1915 – Milano, 1997), un’ex filanda dell’800 in cui l’artista si rifugiò fin dal 1946, prima lavorandoci e poi trasferendovisi, nel 1953, con tutta la famiglia. È qui che Artribune Television è arrivata, giovedì 11 aprile, per realizzare l’ultima sessione di riprese di un progetto commissionato da Editalia, società del Gruppo Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. In occasione della produzione di un arazzo in seta in edizione limitata, che riproduce l’opera di Fiume Le Tre Grazie, dal celebre ciclo “Le Ipotesi“, Artribune confeziona un documentario in cui tutte le fasi della lavorazione artigianale vengono scrupolosamente illustrate.

Fondazione Salvatore Fiume - Canzo (Como)

Ed è Laura Fiume, figlia dell’artista scomparso nel 1994, ad aprire il video, raccontando in una lunga intervista la figura di un padre straordinario: memorie affettive, aneddoti biografici, il senso di una lunga ricerca, la passione per l’arte, la disciplina nel lavoro, l’amore per la storia dell’arte, l’architettura e il teatro, le amicizie con gli artisti e gli intellettuali dell’epoca, da Quasimodo a Savinio, da Gio Ponti, a Dino Buzzati a Maria Callas… Nell’attesa di mostrarvi il film, ecco una carrellata di immagini rubate durante la nostra visita nell’abitazione-studio di Canzo. Un dedalo di scale, stanze, varchi, soffitte, passando dal salotto al laboratorio di incisione, dall’atelier – identico a 16 anni fa, con tanto di sigarette, occhiali da vista, libri, carte, colori sulla tavolozza, argilla impostata… – al forno in cui l’artista cuoceva le sue ceramiche. E poi angoli e corridoi pieni di tele e sculture, allestiti dopo la sua morte in quella che è oggi una casa-museo, sede della Fondazione Salvatore Fiume…

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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