Le Fiamme Gialle alla Galleria Furini di Roma, ma la contabilità non c’entra: intervento nel corso della performance (qui il video) in cui Cesare Pietroiusti tratta con acido banconote da cinquanta euro. E c’è chi chiama la Finanza…
Di chi è il denaro? Di chi lo possiede e se lo tiene nel portafogli, viene da dire. A livello immediato e di prassi quotidiana si tratta della risposta più scontata e sensata: ma ognuno di noi è davvero proprietario dell’oggetto denaro o solo del valore che esso esercita? Insomma: i dieci euro che ho […]
Di chi è il denaro? Di chi lo possiede e se lo tiene nel portafogli, viene da dire. A livello immediato e di prassi quotidiana si tratta della risposta più scontata e sensata: ma ognuno di noi è davvero proprietario dell’oggetto denaro o solo del valore che esso esercita? Insomma: i dieci euro che ho in tasca sono miei – e su questo non ci piove: è mio il loro potere d’acquisto, ed è tutta mia la libertà di tramutarli in beni di consumo – ma vale altrettanto per il pezzetto di carta che ne certifica il valore? Esiste uno iato tra forma e sostanza, contenitore e contenuto? Perché la cartamoneta viene emessa da una banca centrale: quale titolarità questa esercita sull’oggetto una volta coniato? Sofismo a suo modo intrigante che si trasforma, a Roma, in gazzarra: arrivo le Fiamme Gialle nel corso della performance che Cesare Pietroiusti tiene negli spazi su Via Giulia di Furini Arte Contemporanea. Arte a buon mercato la sua, se è vero che – in fondo – ti costa appena 50 euro: consegni la banconota all’artista, che le scolorisce con un trattamento a base di acidi e te la rende immacolata, con tanto di certificato di autenticità. Sta a te, questo punto, decidere se incorniciarla o chiederne il cambio in qualsiasi istituto di credito: per legge le banconote usurate, purché integre in ogni sua parte, devono essere cambiate con altre regolarmente circolabili.
L’azione di Pietroiusti finisce per inquietare: particolarmente motivato il sobillatore solitario che contesta la performance, accusando l’artista del danneggiamento di un bene proprietà dello Stato. La platea si rivela particolarmente “liberal”, difendendo il lavoro dell’artista al grido di “i soldi sono miei e ci faccio quello che voglio”; posizione che lo stesso Pietroiusti è chiamato a spiegare alla Guardia di Finanza. Già, perché il contestatore mette mano al cellulare e chiede l’intervento delle Fiamme Gialle, immediatamente sul posto: non possono bloccare la performance – non ce ne sono gli estremi – ma la sola presenza dei militari basta a turbare l’atmosfera di un evento che si aspettava conseguenze diverse.
– Francesco Sala
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