Manager, studiosi, economisti. A Bologna Alma Graduate School chiude un workshop con una performance di Aeneas Wilder. Riflettendo su costruzione e precarietà, creatività e crisi
Precarietà e globalizzazione, tra arte e management. Alma Graduate School, la Business School dell’Università di Bologna, progetta un evento dedicato al tema dell’incertezza – economica, culturale, professionale – in quella che è forse la più clamorosa crisi europea dell’ultimo secolo. Venerdì 19 aprile, alle 18.30, manager, imprenditori, politici e studiosi si danno appuntamento a Villa […]
Precarietà e globalizzazione, tra arte e management. Alma Graduate School, la Business School dell’Università di Bologna, progetta un evento dedicato al tema dell’incertezza – economica, culturale, professionale – in quella che è forse la più clamorosa crisi europea dell’ultimo secolo. Venerdì 19 aprile, alle 18.30, manager, imprenditori, politici e studiosi si danno appuntamento a Villa Guastavillani, per discutere del tema “Costruire sulla precarietà”: in apparenza una contraddizione, in realtà una lettura positiva di ogni condizione di stallo e di depotenziamento, là dove l’energia critica si tramuta, per forza di cose, in energia creativa. Prioritaria è allora la necessità di individuare strategie virtuose per il superamento di un impasse che rende fragile il presente e, soprattutto, l’idea di futuro.
Partecipano al workshop: Massimo Bergami, direttore di Alma Graduate School, Massimo Bottura, chef dell’Osteria Francescana di Modena, Andrea Lipparini, docente di Corporate Strategy dell’Università di Bologna, Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Automobili, Michel Martone, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; mentre a coordinare c’è il giornalista Corrado Formigli.
L’incontro arriva al termine di un percorso di approfondimento intorno ai concetti di precarietà e sostenibilità, che per due settimane ha coinvolto gli allievi dei Master di Alma Graduate School, guidati dall’artista scozzese Aeneas Wilder. “Abbiamo creato un’occasione di ‘contaminazione’ tra il mondo della formazione e dell’impresa e quello dell’arte” spiega Lipparini. “I partecipanti ai corsi master hanno sperimentato, singolarmente e in team, le difficoltà legate al costruire qualcosa di spettacolare e temporaneamente stabile. Hanno riflettuto sull’importanza di avere un obiettivo comune, sull’attenzione al processo che porta al risultato, e sul come gestire al meglio gli errori dei singoli”.
Lo spettacolare kick down di un’installazione di Wilder concluderà la giornata di lavori. L’opera, un’architettura di tavolette lignee rettangolari autoportanti, tenute insieme senza l’ausilio di chiodi, colle o incastri, si distruggerà, precipitando su se stessa, per mano dell’artista stesso: un solo gesto, per un effetto domino che condurrà al collasso della struttura. Performance fulminea e fortemente metaforica, che rimette in gioco il tema caldo della crisi, tra minaccia del crollo, urgenza della costruzione e fatica di ogni equilibrio.
– Helga Marsala
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