Mitologia e arte a braccetto in quel di Turro: inaugura con una mostra di Marcello Tedesco Dimora Artica, nuovo spazio milanese no-profit. Una project room dove indagare le radici identitarie di una comune matrice culturale
Una manciata di metri quadri. Basta poco ad un’esperienza fin qui nomade per trovare un posto da chiamare casa: capita a Milano, pochi metri da viale Monza, alle spalle di quel popolarissimo laboratorio di integrazione che è il distretto di via Padova. Via Boiardo è a Turro, a un passo dalla fermata della metropolitana e […]
Una manciata di metri quadri. Basta poco ad un’esperienza fin qui nomade per trovare un posto da chiamare casa: capita a Milano, pochi metri da viale Monza, alle spalle di quel popolarissimo laboratorio di integrazione che è il distretto di via Padova. Via Boiardo è a Turro, a un passo dalla fermata della metropolitana e a due dal mitico Parco Trotter; al civico 11, nella piccola oasi di un vecchio cortile, si affaccia la porticina verde di Dimora Artica, avventura dalle idee chiarissime che inaugura oggi – venerdì 26 aprile – la propria project room. Spazio naturalmente no-profit, che si regge esclusivamente sull’entusiasmo di chi lo anima; una dinamica mossa dal sogno di diventare presto o tardi galleria: per il momento un luogo dove raccogliere e raccogliersi, incontrare e incontrarsi. Tutto nasce nel 2012 dall’iniziativa di Diego Cinquegrana e Luigi Massari, artisti, e Andrea Lacarpia, curatore: arrivano mostre estemporanee ed eventi sospesi tra happening e musica; si bussa alla porta di altri spazi amici, attività commerciali, dimore più o meno private, come accade con lo Sponge Living Space che Giovanni Gaggia mantiene nel proprio casale marchigiano. Esaurito il tempo delle migrazioni arriva l’ora di piazzare le tende: da qui la bandierina piantata a Turro, da qui un nome che evoca le leggendarie migrazioni di popoli nordici che secondo più scuole di pensiero sarebbero alla base della nascita della lingua e della ritualità indoeuropee. Un rimando ancestrale, cui fare riferimento per indagare grazie a progetti che guardano al simbolo e al mito una sopita trasversalità nei processi di diffusione in una cultura liquida, con tratti di sorprendente vicinanza concettuale tra la cosmogonia indù e quella dei popoli semitici. Verso una nuova definizione del concetto di tradizione, dunque, lontano dalle più recenti derive naif e folk; una riflessione cosciente che si poggia sulla costruzione di minuziosi presupposti filosofici. A tenere a battesimo lo spazio di Dimora Artica arriva la Nuova matrice di Marcello Tedesco: la figura di Eva, liberata dal fardello di Adamo, diventa per assimilazione una forma di arcaica divinità della fertilità, Grande Madre celebrata nel primitivismo di tenere sculture in cera e interventi dal sapore quasi archeologico.
– Francesco Sala
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