Natura morta con germogli e cavolfiori. Tavolata senza ospiti per Valentina De’ Mathà al Museo di Lugano. Esperimento entropico tra arte, cibo e botanica
Il principio è quello della trasformazione della materia: nulla si crea e nulla si distrugge, poiché – fatalmente, meravigliosamente – dal deperimento si genera nuova vita. Null’altro che i cicli della natura e dell’esistenza, così come si manifestano al mondo, scandendo il quotidiano. Valentina De’ Mathà apparecchia un desco, stretto, lungo e di giallo dipinto, su […]
Il principio è quello della trasformazione della materia: nulla si crea e nulla si distrugge, poiché – fatalmente, meravigliosamente – dal deperimento si genera nuova vita. Null’altro che i cicli della natura e dell’esistenza, così come si manifestano al mondo, scandendo il quotidiano. Valentina De’ Mathà apparecchia un desco, stretto, lungo e di giallo dipinto, su cui mettere in scena la meccanica terrestre della mutazione organica. Entropia, installazione presentata alla Limonaia di Villa Saroli del Museo d’Arte di Lugano, è un banchetto impossibile in cui è la natura, direttamente, a farsi alimento: natura morta, eppure viva, con cui riempire piatti e bicchieri, invitando al pasto il commensale che non c’è e che non ci sarà. Tutto disposto con geometrica precisione e con gradevoli accostamenti di colore, tra decorazione botanico-floreale e gusto estetizzante: quasi un tavolo in stile Beecroft, da cui sono venute via le modelle, e su cui si consuma il più immediato dei processi poveristi, il solito, vecchio gioco del seminare, coltivare, consumare. I fiori appassiscono e i frutti marciscono, via via, mentre dalla terra versata sui piatti e nei calici spuntano piantine. Così che l’oggetto muti, nel tempo.
Nutrimenti destinati ai corpi, ma ancor prima all’orizzonte del visivo: nelle forme germoglia l’idea, certo scontata, ma comunque suggestiva, del trapasso e della rigenerazione. In quell’unità armonica, troppo spesso tradita, tra individuo e natura.
– Helga Marsala
Fino al 14 giugno 2013
Limonaia di Villa Saroli, Museo d’Arte di Lugano
www.mda.lugano.ch
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