Quando l’opera la commissiona il pubblico. Si ispira a temi giuridici l’installazione di Anna Scalfi Eghenter, prodotta per il programma “Nuovi Commitenti”. Con un workshop all’Università di Torino

Una strana corrispondenza, un binomio inedito, almeno in questi termini: arte contemporanea e discipline giuridiche si incontrano, per un progetto formativo nato nell’ambito della programmazione di Biennale Democrazia e promosso dall’Università di Torino, Dipartimento di Giurisprudenza, in collaborazione con CESAC (Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee di Caraglio), diretto dal collettivo torinese a.titolo. Al centro […]

Una strana corrispondenza, un binomio inedito, almeno in questi termini: arte contemporanea e discipline giuridiche si incontrano, per un progetto formativo nato nell’ambito della programmazione di Biennale Democrazia e promosso dall’Università di Torino, Dipartimento di Giurisprudenza, in collaborazione con CESAC (Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee di Caraglio), diretto dal collettivo torinese a.titolo. Al centro la figura del “curatore giuridico”, ovvero un mediatore competente, coinvolto nella lettura e l’analisi di un’opera che rifletta sul tema delle leggi e delle norme; il workshop, rivolto naturalmente agli studenti, si sviluppa intorno a un’installazione dell’artista Anna Scalfi Eghenter, Palestra giurisdizionale, prodotta dall’Associazione Marcovaldo con il sostegno dell’Unione Europea, grazie all’applicazione di “Nuovi Committenti”: il programma, promosso della Fondation de France, stimola la produzione di opere d’arte commissionate direttamente dai cittadini, mettendo al centro del processo creativo il pubblico stesso. È il fruitore, in questo caso, a individuare desideri, obiettivi, urgenze legate alla vita della comunità e declinate all’interno di una dimensione estetica.

Anna Scalfi Eghenter, Palestra giurisdizionale

Anna Scalfi Eghenter, Palestra giurisdizionale

Palestra giurisdizionale, composta da sette oggetti, indaga – tra etica ed estetica – questioni fondamentali legate all’idea di struttura sociale, dal concetto di cittadinanza a quelli di proprietà e difesa, toccando le diverse tipologie del diritto: internazionale, amministrativo, penale, della famiglia e del lavoro.
L’installazione è stata trasferita pèer l’ovccasion all’interno del nuovo Campus Einaudi dell’Università torinese, divenendo dispositivo di riflessione e occasione creativa. Un’ipotesi di lavoro collettivo, con cui condurre pubblico e studenti nel cuore della dimensione “legale” dell’esistenza, scandagliando il rapporto di corrispondenza o di discrepanza tra vita concreta e grammatiche normative, tra status naturale e status giuridico, tra disciplina comunitaria e autonomia identitaria, tra regola e dato. Un progetto curato da a.titolo/Lisa Parola e dai “curatori giuridici” Gianmaria Ajani e Alessandra Donati.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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