Roberto Bettega finisce in fuorigioco: dopo aver pescato falsi alla fu Galleria Marescalchi ora si fa trovare uno Chagall rubato in casa. Era stato sottratto dallo yacht di un collezionista americano oltre dieci anni fa

C’è chi si chiede se i carabinieri l’abbiano trovato in mezzo ai tanti scudetti contestati alla Juventus. E chi si immagina che ora, per nemesi storica, non possa finire altrove se non a casa Moratti. Il popolo della rete si scatena nei commenti alla nuova disavventura capitata a Roberto Bettega: quando si parla d’arte non ne […]

C’è chi si chiede se i carabinieri l’abbiano trovato in mezzo ai tanti scudetti contestati alla Juventus. E chi si immagina che ora, per nemesi storica, non possa finire altrove se non a casa Moratti. Il popolo della rete si scatena nei commenti alla nuova disavventura capitata a Roberto Bettega: quando si parla d’arte non ne va bene una all’ex attaccante ed ex dirigente della Juventus. Nel 2006 s’era portato a casa un Morandi, salvo scoprire a pagamento avvenuto che nemmeno si trattava di un quadro, ma di fotografia anticata incollata su tela; a stretto giro di posta l’expertise che aveva sondato la sua ricca collezione aveva rivelato la bellezza di sei falsi. Totale: mezzo milione di euro gettato al vento. Per il giubilo di Italo Spagna, titolare dell’ormai fallita Galleria Marescalchi di Bologna, considerato autore della truffa e processato per bancarotta fraudolenta. Alla ricca bacheca degli insuccessi di Bobby Gol nel campo degli investimenti in arte si aggiunge ora pure un clamoroso caso di ricettazione: era sparito dai radar oltre dieci anni fa, spunta ora in casa della bandiera bianconera Le nu au Bouquet, autografo di Marc Chagall stimato attorno al milione e 200mila euro. Come c’è arrivato a Torino? La vicenda è decisamente affascinante.
Fine Anni Ottanta: il quadro viene venduto da una galleria newyorchese ad un nababbo locale, che lo piazza sul proprio yacht e si mette a scorrazzare felice e contento per i sette mari. Primi Anni Zero: il panfilo ripara nel porto di Savona, dove passa quasi un anno in secca per lunghi lavori di manutenzione; è qui che – secondo l’accusa – un uomo di 41 anni avrebbe sostituito l’originale con una copia, facendo perdere le proprie tracce. Il legittimo proprietario passa a miglior vita, gli eredi ci mettono un po’ a capire l’entità del lascito e a commissionare i comprensibili expertise: il quadro viene portato da un trentenne rumeno alla Fondazione Chagall, bellamente buggerata con un falso documento di compravendita. L’istituzione certifica l’autenticità dell’opera – e ci mancherebbe! – consentendo implicitamente la sua emersione. Il pezzo finisce in mostra in una galleria nizzarda, si sposta a Montecarlo e chiude il suo giro a Bologna: è in una galleria emiliana – secondo le edizioni web di La StampaIl Resto del Carlino La Repubblica quella del solito Italo Spagna – che Bettega l’acquista ignaro di tutto. Convinto dal documento che attesta il passaggio di proprietà da un collezionista bergamasco – effettivo cliente della galleria, ma totalmente estraneo ai fatti; confortato da un’autentica a prova di bomba: del resto il quadro è vero! l bomber paga 175mila euro in contanti e salda il conto cedendo altre opere della sua collezione. Che a questo punto, considerati i precedenti, gli si augura essere false.
I Carabinieri di Torino ricostruiscono l’intera faccenda, suonano una mattina a casa Bettega e staccano il quadro dal muro: i legittimi proprietari, dall’altra parte dell’oceano, reclamano il maltolto; i legali dell’ex campione annunciano che si dichiarerà parte civile al processo.

– Francesco Sala

 

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