Turismo? Ne abbiamo già troppo. Il sindaco Orsoni sfila Venezia dalla corsa a Capitale Europea della Cultura 2019. E scoppia la polemica con gli altri partner del Nordest
Venezia raddoppia? No, lascia. La notizia circola da alcuni giorni, diventando ora dopo ora una realtà sempre più concreta. La laguna si ritira dalla corsa a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Una candidatura nata in tandem con il Nordest, coinvolgendo tutto il Veneto, ma anche il Friuli Venezia Giulia e le provincie autonome […]
Venezia raddoppia? No, lascia. La notizia circola da alcuni giorni, diventando ora dopo ora una realtà sempre più concreta. La laguna si ritira dalla corsa a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Una candidatura nata in tandem con il Nordest, coinvolgendo tutto il Veneto, ma anche il Friuli Venezia Giulia e le provincie autonome di Trento e Bolzano, con un respiro territoriale ed un impegno tale da averla individuata fin dall’inizio tra le “favorite” della competizione europea (anche il sondaggio che Artribune dedica alle candidature la pone – mentre scriviamo – al secondo posto: a proposito, avete votato?). Le prime battute del conflitto emergono da una intervista rilasciata dal Sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni al Corriere della Sera: “La candidatura di Venezia a Capitale europea della Cultura 2019 non porta nulla. Non porta soldi e porta turisti dei quali la città non ha bisogno”. Una dichiarazione che schiude ad uno scenario – secondo quanto riporta il quotidiano – molto più ampio, con le dimissioni del direttore di candidatura Maurizio Cecconi. Un tessuto privato che non ha raccolto la sfida, “le risorse europee sono quattro soldi, lo stato italiano non credo che metterà un quattrino e gli industriali stentano a sovvenzionare le iniziative culturali già esistenti. Non prendiamoci in giro”, continua Orsoni. Il quale tuttavia non vuole, almeno nelle dichiarazioni di intenti fatte ad inizio aprile, chiudere del tutto all’esperienza, parlando di una situazione in fieri, ancora oggetto di discussioni, che pone però fine all’idea di una candidatura allargata ad altri territori.
Non sono mancate le dichiarazioni degli altri candidati. Tra tutte, quella ripresa dall’ANSA del governatore trentino Alberto Pacher: “Se Venezia non voleva aderire poteva dirlo prima: avremmo risparmiato tempo ed energie. Ci saranno altre occasioni e in futuro si potrebbe presentare una candidatura Euregio con Bolzano, Trento e Innsbruck”. Restano aperte le domande che il giornale Nordesteuropa, nella persona del suo editore Filiberto Zovico, pone: “Perché il Sindaco avrebbe cambiato così rapidamente parere? Perché ora, dato che sono stati investiti fino ad oggi qualche centinaia di migliaia di euro da parte delle istituzioni e che la competizione con città come Matera e Ravenna sembrerebbe poter essere vinta e sarebbe sufficiente presentare un banale dossier di candidatura, si farebbe invece direttamente marcia indietro? Perché istituzioni importanti e centinaia di cittadini di questo territorio sarebbero messi in un angolo dopo esser stati coinvolti per anni nella preparazione del dossier?”.
E mentre i soci fondatori aspettano un chiarimento definitivo sull’intera faccenda, Trieste e Bolzano si fanno avanti come eventuali capofila di una candidatura che non vogliono, per gli impegni presi e gli investimenti effettuati, assolutamente lasciar cadere. To be continued.
– Santa Nastro
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