Un po’ premio, un po’ incubatore di arte pubblica. Visible Project mette sul tavolo 25mila euro per la sua seconda edizione: iscrizioni fino al 20 giugno
Considerato il fine, si può correre il rischio di confondere Visible Project con un premio di produzione come tanti altri. In realtà l’iniziativa – a cura di Judith Wielander e Matteo Lucchetti – è ben più strutturata, e cela dietro ad un riconoscimento in denaro, reale ed importante, un archivio al presente su pratiche artistiche e sfera […]
Considerato il fine, si può correre il rischio di confondere Visible Project con un premio di produzione come tanti altri. In realtà l’iniziativa – a cura di Judith Wielander e Matteo Lucchetti – è ben più strutturata, e cela dietro ad un riconoscimento in denaro, reale ed importante, un archivio al presente su pratiche artistiche e sfera pubblica dal respiro internazionale. Del resto sia il titolo sia la didascalia “where art leaves its own field and becomes visible as part of something else” suonano come programmatici e lasciano presagire il taglio multidisciplinare che anima questo giovane progetto di ricerca, nato come satellite all’interno di Cittadellarte e sostenuto, anche per questa sua seconda edizione, dalla Fondazione Zegna di Trivero (Biella).
Per certi versi il funzionamento è molto simile a quello di un radar in grado di captare e mettere in rete progetti artistici connessi con la sfera pubblica anche in paesi in cui non esiste un mercato dell’arte tradizionalmente inteso. La sua mappatura spazia, dunque, dall’Europa all’Africa, dal Sud America alla Corea, nell’intento di donare visibilità e sostegno, anche economico, ad artisti e collettivi “utili”, per dirla alla Deleuze, che agiscono in risposta a urgenze sociali ridefinendo di volta in volta spazi di militanza e democrazia. Per questa nuova edizione la road map di Visible prevede il lancio dell’open call lunedì 13 maggio, mentre la deadline è fissata a giovedì 20 giugno.
A dicembre il progetto vincitore del premio in denaro di 25mila euro sarà decretato da una giuria internazionale presieduta da Charles Esche (direttore del Van Abbemuseum di Eindhoven) e Michelangelo Pistoletto; l’advisory boad è invece formato da 98 weeks, Alessio Antoniolli, Zoe Butt, Heman Chong, Chto Delat, Cosmin Costinas, Galit Eilat, Tarek Abou El Fetouh, Christine Eyene, Eungie Joo, Miguel Lopez, Sofia Olascoaga, Joseph Del Pesco, Raqs Media Collective, Bisi Silva, Pelin Tan, Claire Tancons e Pauline J. Yao.
– Valeria Raho
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