Il futuro dell’Ex Mattatoio di Roma. Una giornata di studi tra governance e sviluppo, per la Biennale dello Spazio Pubblico
Un importante complesso costruito tra il 1888 e 1891 da Gioacchino Ersoch, monumentale esempio di architettura industriale di fine secolo, dal tipico assetto geometrico e razionale. L’Ex Mattatoio di Roma, oggi utilizzato solo parzialmente, nel 2002 offriva due padiglioni al Macro, divenuti spazio collaterale alla sede di via Nizza: nel 2003 vi nacque Macro Future, oggi ribattezzato Macro […]
Un importante complesso costruito tra il 1888 e 1891 da Gioacchino Ersoch, monumentale esempio di architettura industriale di fine secolo, dal tipico assetto geometrico e razionale. L’Ex Mattatoio di Roma, oggi utilizzato solo parzialmente, nel 2002 offriva due padiglioni al Macro, divenuti spazio collaterale alla sede di via Nizza: nel 2003 vi nacque Macro Future, oggi ribattezzato Macro Testaccio, sede anche dell’Archivio 1:1 projects, mentre lo spazio della Pelanda – 5.000 metri quadrati recuperati con un finanziamento milionario, in principio destinati al Museo, poi tornati sotto diretta e confusa gestione del Comune – sono stati pensati ed attrezzati per ospitare eventi e grandi manifestazioni: un progetto mai decollato, che ha fatto dell’immensa area un soggetto dai contorni indefiniti, privo di una vera vocazione culturale e non supportato da adeguati investimenti.
Teatro anche della art fair romana diretta da Roberto Casiraghi, Roma Contemporary, che qui per tre anni di fila è stata evento centrale delle primavere romane, l’Ex Mattatoio accoglie anche la Facoltà di Architettura di Roma Tre, insediatasi nel 2000, l’interessante progetto della Città dell’Altra Economia (veltronata sopravvissuta a Walter Veltroni) e l’Accademia di Belle Arti, che ha degli spazi bellissimi e già pronti, ma ancora non assegnati a causa di problemi igienici: troppo adiacenti ad alcune stalle utilizzate dai guidatori di calessi turistici, con tutti gli annessi e connessi in termini di sterco…
Oggi al centro di un piano di riqualificazione, che punterebbe a conferirgli una specifica vocazione culturale come polo per la ricerca e la produzione artistica, il complesso continua a destare l’interesse di architetti e operatori del settore. Un incontro dal titolo “L’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma. Un bene non comune, scenari futuri”, in programma per sabato 18 maggio, è organizzato da Insula architettura e ingegneria (responsabile dei restauri dei padiglioni assegnati all’Università) con la Facoltà di Architettura di Roma 3, nell’ambito della Seconda Biennale dello Spazio Pubblico. L’intento è quello di ragionare sulle potenzialità di questo enorme hub urbano, ipotizzando un futuro possibile e uno sviluppo adeguato.
Attraverso un confronto con altre piattaforme culturali, italiane ed europee, il dibattito proverà a stimolare una riflessione sulle difficoltà, le implicazioni e gli esiti di simili operazioni volte al rilancio di ex aree industriali e di complessi architettonici dismessi. La questione centrale, allora, è una: quali modelli di gestione occorre individuare per questo luogo, che si candida a diventare il vero cuore pulsante del quartiere e un punto di riferimento per la vita culturale cittadina? Tra i relatori Serhan Ada, direttore di SantralIstanbul, Turchia; Carlos Baztàn Lacasa del Matadero, Madrid; Paolo Rosa per la Fabbrica del Vapore Lab di Milano.
– Helga Marsala
Sabato 18 maggio, ore 10 – 13
Facoltà di Architettura di Roma Tre, sala Adalberto Libera
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma
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