La città, come la vogliamo. A Roma un progetto per la Biennale dello Spazio Pubblico: in Piazza San Cosimato i cittadini raccontano pensieri e desideri. Su se stessi e sul quartiere
Un evento nazionale dedicato all’arte pubblica. Una Biennale, della durata di una settimana, che coinvolge parchi, giardini, piazze, strade, scuole, cortili di Roma. Un modo, in sostanza, per sviluppare nella gente la consapevolezza dell’essere cittadini, rendendo gli spazi comunitari “a misura di tutti”. Di questo appuntamento, che si è svolto tra il 5 e il […]
Un evento nazionale dedicato all’arte pubblica. Una Biennale, della durata di una settimana, che coinvolge parchi, giardini, piazze, strade, scuole, cortili di Roma. Un modo, in sostanza, per sviluppare nella gente la consapevolezza dell’essere cittadini, rendendo gli spazi comunitari “a misura di tutti”. Di questo appuntamento, che si è svolto tra il 5 e il 12 maggio col titolo “La città che vogliamo”, ha approfittato un gruppo temporaneo di lavoro, un network tutto romano raccoltosi intorno ai luoghi di Trastevere: la cura è di Camilla Cahill e Stefania Teodonio, mentre a partecipare sono Laura Pistoia, Stefano Marin, Valerio Curcio, Gabriele Baronio, Susanna Mattiangeli, Paolo Scoppola, Cecilia Bondi, Clara Velez, solo per citarne alcuni, in collaborazione con riprendiamocisancosimato, il Cinema America Occupato, il b5 e il Teatro Argot. Tutta gente che da tempo ha a cuore la vita di piazze e strade del quartiere trasteverino.
Per l’occasione lo spunto arriva da un progetto internazionale concepito negli USA dall’artista Candy Chang e già attuato in trenta paesi nel mondo: azioni inclusive e partecipative, per un approccio relazionale e orizzontale allo spazio urbano. Il concept? Raccogliere, su apposite “lavagne”, pensieri e desideri della gente, rispondendo ad appositi spunti: “Prima di diventare grande vorrei…”, “Per il mio quartiere vorrei…”, “Prima di morire vorrei…”.
Scritte rigorosamente realizzate con gessetti colorati, e raccolte in Piazza San Cosimato. Il collettivo di fotografi Shoot4Change si occupa di fotografare la serie di lavagne, mentre il processo creativo sarà illustrato da un documentario, proiettato in piazza domenica 12 maggio, ultima giornata dell’evento.
Un’indagine sociale in forma di gioco, un esperimento collettivo che ristabilisce un contatto autentico tra le persone e i luoghi del quotidiano: attraversarli, ma anche reinventarli, immaginarli, desiderarli, raccontarli. E farli propri, essendo cittadini attivi.
– Helga Marsala
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