Lo Strillone: la Tate Britain elimina le didascalie delle opere in mostra, ma Il Giornale non ci sta. E poi le scene tagliate di Sorrentino a Cannes, Lawrence Carroll e il “suo” Padiglione della Santa Sede alla Biennale, l’amore di Libeskind per le favelas…
Niente didascalie, siamo la Tate Britain! Il Giornale contesta la scelta del museo londinese, che per evitare di confondere il visitatore con letture critiche accademiche e arbitrarietà varie, elimina dal percorso i cartellini con le didascalie. Va bene l’approccio empatico ed emotivo… ma di chi è ‘sto quadro? Aste curiose: su Quotidiano Nazionale vale 300mila […]
Niente didascalie, siamo la Tate Britain! Il Giornale contesta la scelta del museo londinese, che per evitare di confondere il visitatore con letture critiche accademiche e arbitrarietà varie, elimina dal percorso i cartellini con le didascalie. Va bene l’approccio empatico ed emotivo… ma di chi è ‘sto quadro? Aste curiose: su Quotidiano Nazionale vale 300mila dollari la chitarra dei Beatles all’incanto sabato a New York; Libero a Londra per gli autografi di Joseph Conrad battuti da Sotheby’s.
Tiene banco un po’ ovunque il menù del Padiglione della Santa Sede all’imminente Biennale: piace vincere facile ai titolisti de L’Unità, che piazzano in apertura di pagina “Una mostra da Dio”; su Corriere della Sera intervista a Lawrence Carroll, uno degli artisti invitati ad esporre.
Oggi si srotola il tappeto rosso sulla Croisette, con l’apertura del Festival di Cannes: dalle pagine de La Stampa lancio al sito del quotidiano, con l’esclusiva delle scene tagliate de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. “Amo le forme spontanee, come le favelas”: così parlò Daniel Libeskind, intervistato da Avvenire.
– Lo Strillone di Artribune è Francesco Sala
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