Metti un martedì con Jannis Kounellis. Al Chiostro del Bramante di Roma incontro con uno degli artisti più intensi del Novecento. Quando l’arte si fa rito, per accedere al reale

Appuntamento importante, quello del prossimo martedì al Chiostro del Bramante di Roma. È di scena stavolta, per il ciclo di talk curato da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, un maestro assoluto dell’arte del secondo Novecento. Greco di origini, ma italiano d’adozione fin dal 1956, Jannis Kounnellis è tra i geniali protagonisti del profondo rinnovamento linguistico ed estetico […]

Appuntamento importante, quello del prossimo martedì al Chiostro del Bramante di Roma. È di scena stavolta, per il ciclo di talk curato da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, un maestro assoluto dell’arte del secondo Novecento. Greco di origini, ma italiano d’adozione fin dal 1956, Jannis Kounnellis è tra i geniali protagonisti del profondo rinnovamento linguistico ed estetico che negli Sessanta travolse la scena nazionale ed europea. Formatosi nella Capitale, insieme ad artisti come Schifano, Ceroli, Mauri, Lo Savio, Uncini, Pascali, Mambor, Festa, Angeli, Fioroni, Kounellis parte da suggestioni informali, influenzato dalla lezione di Rotella, per poi dare avvio alla stagione degli “Alfabeti”: il codice della segnaletica stradale viene destrutturato e ricomposto, all’interno di composizioni su carta e tela in cui dialogano  frammenti di lettere, frecce, numeri in bianco e nero. A partire dal ’66 il quotidiano entra nel suo immaginario, grazie al recupero di un lessico neo-dada: oggetti qualunque come sacchi di juta, scarpe, cappotti, lampade a petrolio, brande, ma anche materiali naturali, dal carbone al cotone, dai semi ai sassi, dal fuoco delle fiamme ossidriche alla lana, sono gli elementi chiave di un vocabolario personale e insieme universale, fatto di suggestioni concrete e di significati simbolici.

Jannis Kounellis, Cavalli, 1969

Jannis Kounellis, Cavalli, 1969

Ed è un mondo, quello di Kounellis, che parla dell’uomo e della sua relazione antica e profonda con la natura, con la storia, con gli archetipi che abitano il subconscio. Arcaico, rurale, lontano delle fascinazioni proprie della modernità industriale, il paesaggio iconografico di Kounellis si nutre della forza di un pensiero mitico, attraversato da energie che procedono in accordo con i movimenti invisibili del cielo.
Pietra miliare nella storia dell’Arte Povera, di cui Kounellis fu esponente di primo piano, resta la celebre performance Cavalli, presentata nel 1969 da L’Attico di Fabio Sargentini: dodici puledri legati alle pareti abitavano lo spazio con tutta la potenza della loro presenza selvatica, essendo uno straordinario ready made di natura, precipitato dentro un luogo di cultura. Satura del loro odore, trasformata radicalmente fino a diventare altra da sé, la galleria sperimentava la sparizione dell’artista e dell’opera come manufatto, aprendosi alla scandalosa testimonianza di un nuovo vitalismo creativo. Una ricerca spasmodica, quella di Kounellis, nel tentativo di sedurre e sorprendere il pubblico, di ricondurlo al cuore delle cose, di calarlo nel reale attraverso la forza di un rito poetico, mettendone in crisi i cliché ed amplificando la dimensione tragica dell’esistenza, fra spirito e materia. L’opera come oggetto chiuso in se stesso esce di scena e approda a un nuovo teatro della verità. Sperimentando la magia del processo e dell’evento.

–   Helga Marsala

21 maggio 2013, ore 20
a cura di Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti
Chiostro del Bramante – Via Arco della Pace, 5 Roma
[email protected]
www.imartedicritici.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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