New York Updates: Madonna in autoreggenti al museo per il Met Gala 2013. Consueta parata di stelle in salsa hollywoodiana per l’evento che ogni anno celebra la mostra prodotta dal Costume Institute
Los Angeles ha la notte degli Oscar. New York quella del Met Gala. In California il jet set celebra se stesso nel cuore della fabbrica dei sogni, all’ombra della Statua della Libertà si sceglie invece per un tempio della cultura internazionale. Differenza di orientamenti, distanza incolmabile tra le anime di due metropoli diametralmente opposte – […]
Los Angeles ha la notte degli Oscar. New York quella del Met Gala. In California il jet set celebra se stesso nel cuore della fabbrica dei sogni, all’ombra della Statua della Libertà si sceglie invece per un tempio della cultura internazionale. Differenza di orientamenti, distanza incolmabile tra le anime di due metropoli diametralmente opposte – in senso non solo geografico: il minimo comun denominatore, allora, sfila lungo un tappeto rosso. Con la Grande Mela che sfodera l’atmosfera lussureggiante del grande evento mondano, chiamando a raccolta il bel mondo dello show-biz. Va in scena ininterrottamente dal 1948 il Costume Institute Ball, per gli amici – appunto – Met Gala; da quando cioè il museo si è dotato di un dipartimento chiamato a seguire il mondo della moda, allestendo una mostra all’anno che indaghi le reciproche influenze tra il settore e i più variegati ambiti dell’arte e della cultura. Questo giro tocca all’estetica punk, con inaugurazione dello show giovedì 9 maggio: non un party a tema il gala preventivo, anche se tra celebs e presenzialisti assortiti non sono mancati gli omaggi al periodo. Più che la finta cresta dorata che Philip Treacy piazza sulla testa di Sarah Jessica Parker vale, naturalmente, l’ennesima uscita di una sfavillante Madonna: striminzito abitino tartan, cinturone borchiato, lucchetto a chiudere una collana-catena, guanti in pelle e finte autoreggenti a vista su verticale décolleté in camoscio fucsia. Il tutto, giusto per rivendicare quel sano spirito di orgoglio nostrano, frutto del puro ingegno italico: perché la mise sarà anche griffata Givenchy, ma porta la firma del pugliese Riccardo Tisci; mentre le scarpe arrivano dalla maison Casadei.
Starlette del pop vecchie e nuove, passando da Gwen Stefani a Nicki Minaj, attrici che nemmeno sulla Croisette – tra le altre ecco Gwyneth Paltrow, Cameron Diaz e Michelle Williams: il tutto in un museo. E non delle cere: trattasi di gente in carne ed ossa, che partecipa ad un evento il cui biglietto ha un costo che negli ultimi anni è salito a 25mila dollari. Dieci milioni quelli raccolti solo nel 2011: un gruzzolo che permette al Constume Institute di camminare con le proprie gambe: trattasi di fundraising, trattasi degli Stati Uniti. Provi a proporre qualcosa del genere per foraggiare un museo in Italia e chiamano la neuro.
– Francesco Sala
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