No More Excuses. Maurizio Nannucci inonda di luci blu a pois gli spazi della stazione Leopolda di Firenze: ecco la spettacolare fotogallery
277 punti luce blu, rivolti dal soffitto verso il pavimento, dove formano in un’estensione di quasi 100 metri la frase NO MORE EXCUSES: esortazione rivolta ad ogni destinatario possibile, liberatrice di una potenza che non deriva tanto dalla sua puntualità storica, ma da una meno comune componente individualista; se ben conosciamo la forza e i […]
277 punti luce blu, rivolti dal soffitto verso il pavimento, dove formano in un’estensione di quasi 100 metri la frase NO MORE EXCUSES: esortazione rivolta ad ogni destinatario possibile, liberatrice di una potenza che non deriva tanto dalla sua puntualità storica, ma da una meno comune componente individualista; se ben conosciamo la forza e i limiti della contestazione da rivolgere agli altri, molto meno sappiamo della critica da considerare e risolvere in sé stessi. Nell’ambito del vasto programma di eventi esteso fino al 19 giugno, Fabbrica Europa presenta nel suo principale spazio di riferimento – la stazione Leopolda di Firenze – la nuova installazione di Maurizio Nannucci, a cura di Sergio Risaliti.
In generale l’installazione – che in forma similare era stata nel passato proposta per l’esterno del Centre Pompidou ma non realizzata per il lievitare dei costi, e che qui è stata resa possibile dalla conformazione architettonica dell’antica stazione e dalle strumentazioni in loco – somma vari strati significanti: l’immaterialità di un’opera di luce che viene percepita attraverso i suoi effetti, il rapporto di corrispondenza necessaria tra l’alto e il basso, il coinvolgimento emotivo che si prova percorrendo l’area e la componente concettuale-linguistica richiamata all’esterno (senza che vi sia, comunque, un punto di distacco totale, da cui leggere la scritta nel suo insieme).
All’aspetto visivo si aggiunge il tappeto sonoro, realizzato in collaborazione con Simone Conforti. La registrazione della frase in questione ripetuta da otto voci diverse ricorre in tempo reale alla tecnica della sovraincisione, la quale, attraverso le diffusioni, le modulazioni e le interruzioni delle onde sonore, si fa strumento integrativo di percezione ambientale. L’installazione di Nannucci, imponente e di ampio significato, sfugge sia al rischio della grandiosità superficiale che a quello della contestazione banale o ipocrita: è un’esperienza importante in grado di arrivare, nella forma del messaggio collettivo, fino alla sfera dell’intimità. Ve la facciamo vedere con una spettacolare fotogallery…
– Matteo Innocenti
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati