Stefano Arienti per Foscarini a Soho. Nel nuovo store newyorkese dell’azienda parte un ciclo di installazioni tra arte e design
Dici Foscarini e dici luce, vetro, design. Un marchio leader per l’illuminazione d’interni, forte anche sulla scena internazionale. Fondata nel 1981 a Venezia per produrre apparecchi d’illuminazione destinati al settore del contract – alberghi, negozi, uffici e luoghi pubblici – Foscarini ebbe l’intuizione di unire la straordinaria tradizione vetraia dell’isola di Murano con la sperimentazione nel settore […]
Dici Foscarini e dici luce, vetro, design. Un marchio leader per l’illuminazione d’interni, forte anche sulla scena internazionale. Fondata nel 1981 a Venezia per produrre apparecchi d’illuminazione destinati al settore del contract – alberghi, negozi, uffici e luoghi pubblici – Foscarini ebbe l’intuizione di unire la straordinaria tradizione vetraia dell’isola di Murano con la sperimentazione nel settore dell’illuminotecnica, sposando eccellenza artigianale, cultura d’impresa, tecnologia, qualità progettuale e spirito creativo. Vetro soffiato, dunque, ma pensato per l’illuminazione, nel solco della migliore scuola del design italiano.
La prima collezione completa di lampade arriva nel 1983: vent’anni di successi, celebrati lo scorso aprile con l’apertura di un nuovo showroom a Milano, in Via dei Fiori Chiari, nel cuore di Brera, e poi questo maggio con un’altra, importante inaugurazione: in occasione di ICCF 2013 e della New York Design week (18-21 maggio 2013) Foscarini apre la sua“casa” newyorchese di Soho, concept space ispirato alla filosofia del brand, destinato a catturare l’attenzione di un pubblico ampio e non solo di settore. Trasmettere emozioni, raccontare storie, stimolare la creatività: non un semplice negozio, quello che Foscarini progetta nella Grande Mela, ma un luogo in cui design, arte e cultura contemporanea convivono. La sede scelta è un edificio storico in Greene Street, ripensato all interno da Ferruccio Laviani, nel massimo rispetto dell’identità del “contenitore” architettonico. Qui, ammirare i molti modelli della collezione sarà un’esperienza affascinante, grazie a uno speciale sistema modulare composto da “display case” di diverse dimensioni, liberamente componibili e adattabili alle esigenze dello spazio.
E poi l’arte: come per la location milanese, anche a New York si susseguiranno installazioni site-specific create per incarnare valori e suggestioni tipici di Foscarini. L’intervento inaugurale, Algae, porta la firma di Stefano Arienti ed è un lavoro ambientale dal taglio concettuale: “La fattura di quest’opera è semplicissima”, racconta l’artista. “Con le forbici o un taglierino si eseguono dei tagli a pettine sulle buste ripiegate, completati con una serie di altri tagli contrapposti. È lo stesso antichissimo schema di taglio con cui si trasforma una pelle animale in una rete, come visto in un reperto egizio di migliaia di anni fa, o industrialmente, oggi, con le lamiere metalliche che diventano reti stirate”. Un’altra opera di Arienti completa il progetto espositivo: “Collection Books” è un’edizione limitata di libri e cataloghi Foscarini lavorati con sottilissimi trapani da modellismo: un ricamo delicato che trasforma in oggetti estetici delle classiche pubblicazioni commerciali, impreziosendole grazie al gesto lento e accurato della mano.
– Helga Marsala
Foscarini Spazio Soho
17 Greene street, New York
http://www.foscarini.com/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati