Tra carceri e manicomi, alla scoperta di spazi inghiottiti dall’oblio. Arriva Shht, nuova rivista per “non-architetti” che indaga edifici e luoghi dimenticati: si parte da Milano, poi rotta su Bruxelles, Cipro e Parigi
C’è bisogno di una nuova, ulteriore rivista di architettura? Probabilmente no. C’è però, forse, il bisogno di ripensare l’approccio alla divulgazione della materia, arrivando infine a un prodotto altro: che esca dal dettaglio costruttivo e dall’estetica del progetto, concentrandosi semmai sulle ricadute che questo ha per il contesto in cui è calato. Una rivista di architetti […]
C’è bisogno di una nuova, ulteriore rivista di architettura? Probabilmente no. C’è però, forse, il bisogno di ripensare l’approccio alla divulgazione della materia, arrivando infine a un prodotto altro: che esca dal dettaglio costruttivo e dall’estetica del progetto, concentrandosi semmai sulle ricadute che questo ha per il contesto in cui è calato. Una rivista di architetti per non-architetti, allora, che apre le proprie pagine alla collaborazione con chi indaga altri ambiti della socialità: un meltin’ pot intellettuale che si occupa di svelare e raccontare spazi obliterati dalla più distrofica e cancerosa evoluzione urbanistica. Nasce da questi presupposti Shht, diario dell’architettura taciuta, ambito che svela l’anima dei luoghi dimenticati, indovinandone suggestioni e potenzialità. Una riflessione umilmente soggettiva, che non ha l’arroganza di stabilire sentenze definitive: gli interventi raccolti propongono e non impongono, incuriosiscono e muovono ad una lettura critica diversa di ciò che ci circonda. Ogni numero della rivista, elegante stampa a due colori che cambia a seconda dell’uscita, alterna riflessioni ad ampio spettro a focus su una specifica città. Si parte salendo dal particolare al generale, con i casi del San Niccolò di Siena e del penitenziario di Lamezia Terme – il più sovrappopolato d’Italia – che introducono alle questioni irrisolte poste dagli ex ospedali psichiatrici, oggi edifici fantasma, e dalle carceri, edifici per fantasmi. Rapida occhiata al contesto estero, con pillole da Rotterdam e dalla Russia, prima di dedicarsi al primo approfondimento: gioca in casa Shht, ideata e nata a Milano, proponendo la strana storia della riqualificazione dello storico distributore Anni Cinquanta di Piazzale Accursio e individuando quattro diversi percorsi per inediti tour alla scoperta della città che nessuno vede. Si parte dall’epica stagione modernista dei primi Anni Cinquanta, con l’imprescindibile PAC di Ignazio Gardella ma anche l’Asilo d’infanzia a Lorenteggio griffato da Marco Zanuso e Cini Boeri; e si arriva a quella stretta contemporaneità offuscata dall’ombra dei magniloquenti cantieri di Porta Garibaldi: Milano dimentica i recenti recuperi d’autore dell’ex Faema e dei Frigoriferi, ma anche il quartier generale Deutsche Bank alla Bicocca e la nuova Bocconi firmata Grafton Architects. In mezzo una lettura non convenzionale del periodo del boom economico ed una decisamente eretica degli Anni Ottanta: percorsi che vivono, nell’edizione su carta, a livello di puro indirizzo, salvo ampliarsi su web in un gioco di scatole cinesi che rivela immagini a cascata. Oggi Milano, domani Bruxelles; poi ancora Cipro e Parigi: periodicità al momento casuale – fra i tre e i quattro numeri all’anno, in stampa quando sono pronti – per una rivista che fa da piattaforma dove convergono associazioni, gruppi e professionisti sparsi per l’Europa.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati