Artisti italiani? Zero. La Biennale de Lyon annuncia gli invitati per l’edizione 2013, al via a settembre: 21 i paesi rappresentati, ma nessun connazionale…

Uno dei messaggi ribaditi – energicamente – dalla Biennale di Venezia by Massimiliano Gioni è la sempre maggiore inconsistenza degli steccati nazionali, soprattutto nelle questioni creative: se il Palazzo è Enciclopedico, i suoi inquilini sono ecumenici, vale la loro forza espressiva più che la loro carta d’identità. E segnali del genere arrivano, per estremo paradosso, […]

Uno dei messaggi ribaditi – energicamente – dalla Biennale di Venezia by Massimiliano Gioni è la sempre maggiore inconsistenza degli steccati nazionali, soprattutto nelle questioni creative: se il Palazzo è Enciclopedico, i suoi inquilini sono ecumenici, vale la loro forza espressiva più che la loro carta d’identità. E segnali del genere arrivano, per estremo paradosso, anche dai padiglioni nazionali: con Francia e Germania che si scambiano gli edifici storici, con un albanese che va a rappresentare – egregiamente – la Francia e con la stessa Germania che ospita un sudafricano, un’indiana e un cinese.
Eppure, la sintesi aiuta a seguire certi trend, anche quella che riduce gli artisti a numeri in base al passaporto. Ed in questo senso, per l’Italia l’idillio “gioniano” è destinato a durare poco: già, perché il il bravissimo – e assolutamente insospettabile di parzialità campanilistiche – direttore della Biennale ha comunque coinvolto nella sua mostra internazionale un bel numero di artisti connazionali. Ma a riportarci alla velocità della luce con i piedi sulla terra ci pensano notizie provenienti da altri palcoscenici mondiali: come Biennale de Lyon, che ha appena annunciato i suoi highlights per l’edizione che prenderà il via il 12 settembre.
Fra questi non manca l’elenco degli artisti invitati dal commissario Gunnar B. Kvaran: settanta, provenienti da 21 paesi, con una presenza di italiani – ecco il punto – uguale a zero. Ci saranno creativi da Cina, Brasile, USA, UK, Sudafrica, Germania, Francia, islanda, Australia, Singapore, Corea, Botswana, Bahamas, ma nessun italiano. Punto fondamentale? No, certo: eppure utile a riprendere il dibattito sul “sistema Italia”, sulla sua efficacia nel sostegno delle nostre istanze sul piano mondiale, e su nuove strade da imboccare. Consigli?

www.biennaledelyon.com

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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