Basel updates: tutte le foto degli stand italiani a Basilea. Tra moderno e contemporaneo, tra veterani ed esordienti, spunta una forma di Parmigiano Reggiano…
Sono 17 le gallerie italiane che in questi giorni stanno esponendo tra le file di Art Basel, la fiera d’arte da sempre considerata, a ben ragione, la più importante del mondo. Un certo orgoglio si coglie quindi tra i galleristi che, soddisfatti dall’interesse già manifestato in questi giorni di preview (e la fiera aprirà al […]
Sono 17 le gallerie italiane che in questi giorni stanno esponendo tra le file di Art Basel, la fiera d’arte da sempre considerata, a ben ragione, la più importante del mondo. Un certo orgoglio si coglie quindi tra i galleristi che, soddisfatti dall’interesse già manifestato in questi giorni di preview (e la fiera aprirà al pubblico solo domani!), si vedono contenti di presenziare a questo appuntamento. Qua e là qualche bollino rosso spinge gfià le aspettative e, se il buongiorno si vede dal mattino, questa edizione ha tutta l’aria di promettere bene. Ma, per i bilanci effettivi, attenderemo la fine di questa intensa settimana.
E se tra la lista delle gallerie “nostrane”, alcuni nomi possono definirsi veterani della kermesse svizzera, altri, proprio quest’anno, celebrano il loro debutto tra i big di Art Basel. È il caso della galleria kaufmann-repetto che, dopo un percorso che l’ha vista partire, anni fa, da Liste per poi passare a Statements, oggi entra a tutti gli effetti, affermandosi, nella hall 2 del padiglione fieristico, con uno stand di opere (tra gli altri) di Judith Hopf, Nicola Martini, Latifa Echakhch. Anche per Vistamare è la prima volta nella sessione di Feature: la galleria di Pescara sceglie di esporre Pedro Barateiro, Bethan Huns e Joseph Kosuth. Debutto anche per Federico Vavassori, che presenta per Statements il solo show di Greg Parma Smith.
Per la parte del moderno, immancabili la Galleria dello Scudo, con i suoi entusiasmanti Afro e Vedova, Fontana e Burri (per citarne solo alcuni); la Galleria Stein che presenta uno stand di dimensioni notevoli, proporzionate alla levatura degli artisti esposti, tra cui Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti. Tucci Russo da Torre Pellice punta soprattutto sull’Arte Povera con Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo, mentre la Galleria Tega presenta anche alcuni interessanti Morandi e un Giorgio de Chirico. Dadamaino e Niele Toroni sono le scelte di Arte Studio Invernizzi, mentre Alfonso Artiaco, da Napoli, mette in campo un buon assortimento tra artisti già affermati ed emergenti , tra cui una grande installazione di Thomas Hirschlorn. Anish Kapoor, Alberto Garutti e Hans Peter Fieldmann sono alcuni tra gli artisti scelti da Massimo Minini, mentre Massimo De Carlo, tra alcune opere di Piotr Uklanski, Günther Förg e Rudolf Stingel, espone un imponente e brillante John Armleder.
Chez Giò Marconi, una serie di opere di artisti come Francesco Vezzoli, Nathalie Djurberg e Markus Schinwald, mentre da Galleria Continua – che non si lascia scappare nessuna occasione fieristica di rilievo – sono esposti, tra gli altri, Chen Zhen, Daniel Buren, Pascale Marthine Tayou e Mona Hatoum. Magazzino, unica presenza romana ad Art Basel, presenta Massimo Bartolini, Alessandro Pingiamore e Mircea Cantor. Da Zero è la volta di Neil Beloufa, Giuspeppe Gabellone, Pietro Roccasalva e Yuri Ancarani (sotto i riflettori anche alla Biennale di Venezia), per citarne alcuni. Nello stand di Raucci Santa Maria colpiscono le grandi opere di Padraig Timoney e di Matt Collishaw. E, se di italiani stiamo parlando, quale miglior simbolo di una prelibatezza del Belpaese, il Parmigiano Reggiano, poteva mancare? Da Franco Noero, in uno stand ricco di contributi artistici, Darren Bader crea un’installazione con, tra le altre cose, una forma del celebre formaggio italiano. Anche tra le file di Art Basel si scoprono specialità italiane, non solo artistiche…
– Serena Vanzaghi
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