Beatrice Merz: “non sono una passacarte…”. Il Fatto Quotidiano attacca Giovanni Minoli, “anche” sul Castello di Rivoli, e a rispondere è la direttrice: il museo va alla grande
“Desidero precisare che il ruolo del direttore non è certo quello di un segretario o passacarte quanto piuttosto, come da codice ICOM, ‘il garante dell’attività del museo nei confronti dell’amministrazione responsabile, della comunità scientifica e dei cittadini’”. Esordisce più o meno così, la lettera aperta – apparsa sul profilo Facebook del Castello di Rivoli – […]
“Desidero precisare che il ruolo del direttore non è certo quello di un segretario o passacarte quanto piuttosto, come da codice ICOM, ‘il garante dell’attività del museo nei confronti dell’amministrazione responsabile, della comunità scientifica e dei cittadini’”. Esordisce più o meno così, la lettera aperta – apparsa sul profilo Facebook del Castello di Rivoli – con la quale la direttrice Beatrice Merz risponde ad un articolo de Il Fatto Quotidiano che – a firma di Carlo Tecce – metteva nel mirino l’ormai ex presidente Giovanni Minoli e la sua gestione del museo, con toni non propriamente entusiastici.
“Una serie preoccupante di inesattezze frutto, senza dubbio alcuno, di cattiva informazione”, rileva la Merz, la quale – impegnata a dimostrare che le sorti del museo dipendono, e tanto, anche da lei – dimentica che quella fra Minoli ed il quotidiano è una querelle lunga e articolata, nella quale le vicende rivolesi non sono che un episodio e non certo il principale, e nel complesso della quale l’oggetto degli attacchi perde relativamente importanza.
Ma lei fa il suo compito: e snocciola una serie lunghissima di dati che proverebbero la virtù assoluta del suo – da nessuno criticato – operato: costi di bilancio contratti del 20%, un’attività espositiva forte di 21 mostre temporanee, 3 riallestimenti completi della collezione permanente, 47 le opere acquisite. Tutte cose probabilmente esatte: ma che altrettanto probabilmente non interessano i protagonisti della disputa, che ha ben altri “campi di battaglia”, contratti Rai, consulenze, produzioni televisive…
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