Estate in fotografia, fra Treviso e Pieve di Soligo. Nuova edizione per il festival F4, che spalma in due sedi un bouquet di mostre di qualità. Memorie d’Italia, da Leonard Freed a Francesco Jodice
Sempre più robusto, articolato ed internazionale, il festival promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri, F4 / un’idea di fotografia, torna per il terzo anno con un ampio programma di mostre, workshop e incontri con gli autori, suddiviso tra la Casa dei Carraresi a Treviso e Villa Brandolini, a Pieve di Soligo, qualche chilometro più in là. […]
Sempre più robusto, articolato ed internazionale, il festival promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri, F4 / un’idea di fotografia, torna per il terzo anno con un ampio programma di mostre, workshop e incontri con gli autori, suddiviso tra la Casa dei Carraresi a Treviso e Villa Brandolini, a Pieve di Soligo, qualche chilometro più in là.
Primo opening già celebrato, lo scorso 15 giugno, con un importante doppio appuntamento. Da un lato il progetto Sguardi sul tempo. Percorsi nella fotografia d’autore, curato da Carlo Sala, con oltre duecento opere provenienti dalla collezione privata di Dionisio Gavagnin: occasione speciale, per scoprire questo preziosissimo fondo, finora nascosto agli occhi dei più. Dentro c’è un mondo intero: la storia della fotografia, dalle origini ai nostri giorni, scritta su una sorta di pellicola infinita, su cui corrono le immagini di un secolo accelerato, tra conflitti, conquiste e cambiamenti. I nomi? Giganti assoluti, occhi privilegiati che delle realtà hanno colto l’anima e una miriadi di frammenti, filtrandola e fissandola, per sempre: da Henri Cartier Bresson a Robert Capa, da Candida Höfer a Robert Mapplethorpe, da Félix Nadar a Man Ray, da Thomas Ruff a Sebastião Salgado. E poi, a fianco, una personale di Francesco Jodice, Venezia / L’eredità dei precursori, un corpus di lavori inediti legati al quarto film del ciclo Citytellers, dedicato alla mitologica città sull’acqua.
Secondo step a Pieve di Soligo, il 23 giugno, con un altro opening, stavolta triplo. Apre il percorso Leonard Freed. Io amo l’Italia, a cura di Enrica Viganò, cento foto scattate in giro per lo Stivale da un maestro della fotografia, nome di punta dell’agenzia Magnum. Una sorta di diario per immagini, che racconta quella che lo stesso Freed definì “una storia d’amore”: lui e l’Italia, Paese straniero portato nel cuore, visitato tra la metà del Novecento e gli inizi del nuovo secolo ben quarantacinque volte.
Spazio anche a un emergente, con il giovane Gianpaolo Arena e il suo recente reportage sul Vietnam in circa quaranta scatti: città brulicanti, distese assolate, spiagge bianchissime, l’antica cittadella imperiale, paesaggi mistici tra sacro e natura. Un omaggio
Chiusura in bellezza, con una rassegna dedicata al Fondo Munari realizzato in collaborazione con il F.A.S.T., (Foto archivio storico trevigiano). Ritratti di volti sbiaditi, realizzati dallo Studio Munari di Pieve di Soligo, oltre un secolo fa. Cercando un Paese che non c’è più: l’Italia delle radici, dei territori, di una cultura satura di valori, ormai polverizzata. Nostalgie in bianco e nero, à rèbours. .
Tantissima roba in campo, ma di tempo ce n’è. Per godersi tutte le mostre di F4, sia di qua che di là, apertura continuata fino all’11 agosto.
– Helga Marsala
www.fondazionefrancescofabbri.it
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