Torino chiama San Pietroburgo, e viceversa. Arti decorative dall’Ermitage nel capoluogo piemontese, con la prima tappa di una cooperazione di ampio respiro
Siamo all’interno del Museo d’Arte Antica, nelle splendide sale di Palazzo Madama. Uno di quegli edifici che hanno (ri)fatto la fortuna del turismo culturale a Torino. Una piccola ma preziosa mostra di arti decorative in specie medioevali apre al pubblico domani. L’allestimento non è certo esente da possibili critiche ma i pezzi sono di grande […]
Siamo all’interno del Museo d’Arte Antica, nelle splendide sale di Palazzo Madama. Uno di quegli edifici che hanno (ri)fatto la fortuna del turismo culturale a Torino. Una piccola ma preziosa mostra di arti decorative in specie medioevali apre al pubblico domani. L’allestimento non è certo esente da possibili critiche ma i pezzi sono di grande interesse: provengono dalla straordinaria collezione Basilewsky, acquisita in blocco nel 1884 da Alessandro III e custodita dall’Ermitage di San Pietroburgo. E sta in realtà qui il motivo di interesse più ampio: perché la Fondazione Ermitage Italia, particolarmente attiva a Ferrara, sta mettendo in campo una sinergia forte con la città di Torino. Non a caso, a Torino presentava la mostra il direttore generale del museo russo, Michail Borisovich Pietrovsky, insieme al sindaco Piero Fassino.
Ed entrambi hanno sottolineato il fatto che questa è soltanto la prima tappa di un percorso (iniziato con l’accordo siglato nel 2012) che porterà l’Ermitage nel capoluogo piemontese (“anche con mostre d’arte contemporanea”, ha dichiarato Pietrovsky) e Torino nella città russa in occasione dei 250 anni dalla nascita del museo, “con mostre e tre concerti del Teatro Regio”, ha dichiarato Fassino, nell’ottica generale di rendere la cultura un asse portante dell’identità cittadina torinese, “migliorando la qualità della vita dei cittadini e incrementando i flussi turistici”. Un legame di indubbio interesse, che ha però incontrato anche una voce di dissenso, o meglio una richiesta di attenzione: fuori da Palazzo Madama, infatti, in attesa delle cariche istituzionali russe, erano in sit in alcuni appartenenti alle organizzazioni LGBT per chiedere il rispetto degli orientamenti sessuali nella Grande Madre Russia, poco incline ad accettare proposte e domande “scomode”, che si tratti di sessualità, giornalismo, ateismo…
– Marco Enrico Giacomelli
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