Veste i panni del mattatore Francesco Bonami, che al PAC di Milano presenta insieme a Pif il suo ultimo libro. E demolisce la seriosità del contemporaneo: tra una bordata a Tino Sehgal e un’imitazione di Philippe Daverio
Ci vuole una buona dose di autoironia per fare l’artista, altrimenti corri il rischio di prenderti troppo sul serio e passare una vita da arrabbiato cronico. Perché in fin dei conti, assicura lui, “di cose utili ce ne sono ben poche, giusto l’aspirina e un tassì per tornare a casa quando piove. Tutto il resto […]
Ci vuole una buona dose di autoironia per fare l’artista, altrimenti corri il rischio di prenderti troppo sul serio e passare una vita da arrabbiato cronico. Perché in fin dei conti, assicura lui, “di cose utili ce ne sono ben poche, giusto l’aspirina e un tassì per tornare a casa quando piove. Tutto il resto è superfluo. È arte contemporanea”. Di ironia ne scorre dunque a fiumi al PAC di Milano per la presentazione dell’ultima fatica editoriale di Francesco Bonami, quel Mamma voglio fare l’artista! da poco uscito per i tipi di Electa. Dopo Lo potevo fare anch’io e Si crede Picasso il nostro sembra chiudere il cerchio: ecco come matura la convinzione di dover appendere il pennello al chiodo, ecco dove sta il discrimine tra l’artista che ce la farà e quello che invece non riuscirà, ecco – basata su una indulgente e matura rilettura del proprio vissuto – la sequela di errori, valutazioni sbarazzine e bracciate storte che possono fare della nuotata nel mondo dell’arte un annaspare faticoso. Bonami ci sguazza in quella terra di nessuno tra il serio e il faceto, e così la presentazione milanese del volume diventa occasione da show vero e proprio: chiacchierata bum-bum con Pif, uno che faceva la Iena e che ora si è inventato per MTV Il testimone, format fresco di informazione approfondita e intelligente, scanzonata e insieme profonda il giusto. Un tipo poco serio, naturalmente e volutamente, con cui giocare e scherzare a piacere.
Il duetto funziona, tra un’imitazione di Philippe Daverio – fatta da Bonami, mica da Pif! – e uno sfottò a Tino Sehgal, passando per gli aneddoti su Rudolf Stingel e Massimiliano Gioni; e la platea, straordinariamente giovane, se la spassa. Arriva pure il momento interattivo, un po’ stile talent show. Sono una decina i ragazzi che nelle scorse settimane hanno seguito il workshop di fotografia tenuto al PAC da Giovanna Silva e Stefano Graziani, costruito sulle suggestioni della retrospettiva di Jeff Wall in chiusura la prossima settimana; ora tocca loro affrontare il critico, spiegare il proprio lavoro, motivare il perché degli scatti e ricevere bocciature o promozioni. Si fa tutto per gioco, con quello spirito a metà strada tra la Corrida e un pre-serale con Paolo Bonolis: in fondo è arte, mica una roba seria, con buona pace di chi dal pubblico arriva a rumoreggiare pensando ahilui l’esatto contrario.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati