Alla sbarra la sedicente art dealer che ha causato la chiusura della storica Knoedler Art Gallery: rischia 59 anni di carcere Glafira Rosales, che ha spacciato Pollock e Rothko falsi per un giro d’affari di 80 milioni di dollari
Quando si tratta di truffa, in quel di New York, sono disposti a buttare via la chiave. Rischia fino a un massimo di cinquantanove anni di carcere la sedicente art dealer Glafira Rosales, a processo nella Grande Mela per un clamoroso caso che ha visto immettere sul mercato dell’arte, dal 1994 al 2009, oltre sessanta […]
Quando si tratta di truffa, in quel di New York, sono disposti a buttare via la chiave. Rischia fino a un massimo di cinquantanove anni di carcere la sedicente art dealer Glafira Rosales, a processo nella Grande Mela per un clamoroso caso che ha visto immettere sul mercato dell’arte, dal 1994 al 2009, oltre sessanta falsi d’autore. Ci sono i Jackson Pollock, i Mark Rothko e i Willem de Kooning: tutti spacciati come inediti scovati in collezioni private spagnole e svizzere (che nemmeno esistono, hanno scoperto gli inquirenti), tutti rifilati a due gallerie con sede a Manhattan e da qui rivenduti a ignari collezionisti.
Il volume di affari è stimato complessivamente attorno agli 80milioni di dollari, 33 quelli intascati direttamente dalla Rosales, 56 anni, che per questa vicenda colleziona capi di imputazione nemmeno fossero le figurine Panini. Perché se ricavi cifre a sei zeri dal commercio illegale di opere d’arte fasulle hai qualche difficoltà a giustificare gli importi in sede di dichiarazione dei redditi: e così finisci nel campo della frode fiscale e del riciclaggio, sommando accuse su accuse. E gli anni al gabbio che, in caso di condanna, crescono in proporzione esponenziale.
Il bubbone è scoppiato nel 2004, con l’allora presidente del gruppo Gucci Domenico De Sole che va con la moglie a fare compere dalle parti di Park Avenue, entra nella premiata Knoedler Art Gallery – fondata nel 1846, età da record – esce con un Rothko sotto il braccio e alleggerito di otto milioni e trecentomila dollari. Le credenziali della galleria sono inoppugnabili, come l’affidabilità della direttrice Ann Freedman: un po’ meno quelle dell’art dealer da cui la galleria si è rifornita. E il quadro si rivela ben presto essere una patacca. Da qui l’effetto domino, che porta alla progressiva scoperta di un numero impressionante di truffe: c’è un altro Rothko comprato nel 2002 dal trust intitolato a Martin Hilti per cinque milioni e mezzo, c’è il Pollock pagato nel 2007 da Pierre Lagrange la bellezza di diciassette milioni. C’è, in mezzo, l’ignominiosa chiusura della Knoedler, massacrata nella propria credibilità. Ed ora la resa dei conti…
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati