Fenomenologia Hypnos. Dopo il papà che dipinge vagine a tutto spiano, il figlio prende la strada dell’arte. Il web ci consegna le gesta di un piccolo che a soli venti mesi già armeggia con tele e pennelli
Tale padre tale figlio. Dipinge l’uno, lo fa pure l’altro. Anche se i soggetti ritratti si spera siano un pochino diversi. Lui è l’enigmatico Hypnos, censito con particolare generosità da blog vari e siti tra i più disparati si possano incrociare sulla rete. Negli ultimi anni gli sono state attribuite nell’ordine: la vendita di un’acquaforte […]
Tale padre tale figlio. Dipinge l’uno, lo fa pure l’altro. Anche se i soggetti ritratti si spera siano un pochino diversi. Lui è l’enigmatico Hypnos, censito con particolare generosità da blog vari e siti tra i più disparati si possano incrociare sulla rete. Negli ultimi anni gli sono state attribuite nell’ordine: la vendita di un’acquaforte di Rubens per finanziare un progetto di ricerca medica; l’idea di allegare alle opere frammenti di tessuto dell’artista, introducendo contro i falsi il concetto di “firma biologica”; il dipinto di un lavoro capace di ipnotizzare aspiranti attrici, il rifiuto di vendere la suddetta tela a una casa cinematografica americana che avrebbe offerto per il pezzo un milione e ottocentomila euro oltre a varie altre amenità. Più tutta una serie di progetti legati a ispirazioni d’autore: partendo dal profluvio di vagine su tela, ritratte in omaggio a Courbet, fino ad arrivare alla shit gold ispirata a Piero Manzoni, con scatolette di liquame che nelle intenzioni dovrebbero spingere a un uso più consapevole delle fonti rinnovabili. Fin qui tutto bene (o tutto male, decidete voi), pur in uno tsunami malcelato di autoreferenzialità; ora però si raddoppia. Perché sulla scena, gioia di padre, arriva pure suo figlio, rampollo che ad appena venti mesi viene annoverato con una promessa dell’arte. Da chi? Diciamo, con tutto rispetto, che la critica di peso ancora latita dalle parti di casa Hypnos; ma che le puntuali comunicazioni inviate dai solerti addetti stampa del nostro non mancano di trovare contenitori disposti ad accoglierle così come sono. Il giovane rampollo risulta essere nato alle undici del mattino dell’11 novembre di due anni fa: il 2011, naturalmente! 11-11-11. Trattasi di inequivocabile segno del destino, che fa del pargolo un predestinato: inevitabile quando a concorrere al patrimonio genetico è un pittore definito “medianico”. A buon intenditore…
– Francesco Sala
LA REPLICA DI GILBERTO DI BENEDETTO
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